#142 - 30 novembre 2015
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Fotografia

Palazzo Ducale - Genova

Retrospettiva di Lisetta Carmi

Fino al 17 gennaio 2016

Sempre alla ricerca della verità, Lisetta Carmi fotografava per capire il senso della vita e lo faceva incrociando marinai nei porti, travestiti, o famiglie della sua terra. Palazzo Ducale a Genova le rende omaggio con una retrospettiva.

Retrospettiva di Lisetta CarmiRetrospettiva di Lisetta CarmiRetrospettiva di Lisetta Carmi

Ecco allora esposte le sue perfette inquadrature, testimonianze di quall'attimo capace di cogliere e di restituirci l'anima dei protagonisti e delle situazioni che ritrae.
Lisetta Carmi, - è stato scritto in più occasioni - ha, con la fotografia, un legame ritmico. Le sue immagini sono il risultato di un processo di immersione completa nella realtà e di comprensione totale, di ricerca della verità. Il titolo della mostra è eloquente, raccoglie una sua frase emblematica: Ho fotografato per capire, e alla Loggia degli Abati, dove sono espone 220 immagini che rappresentano tutto il percorso creativo della grande fotografa, dobbiamo andare per capire anche noi le realtà che ci circondano.

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Nata a Genova nel 1924, sorella di Eugenio, anch’egli artista, famoso per la collaborazione con l’Italsider e per la Galleria del Deposito a Boccadesse, ha conosciuto l’orrore delle persecuzioni razziali.
Espulsa da scuola, rimase nella sua casa di Lungoparco Gropallo con un solo amico a tenerle compagnia: il pianoforte.

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Abbandona la carriera musicale nel dopoguerra, quando gli avvenimenti politici italiani le impongono di impegnarsi e la portano sulla strada dell’etnologia: segue l’amico etnomusicologo Leo Levi in Puglia per studiare i canti di una comunità ebraica. Affascinata dalla luce e dalla bellezza del Salento compra la sua prima macchina fotografica, un’Agfa Silette.

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Dopo aver fotografato la Puglia degli anni ’60, si dedica completamente alla fotografia. Per tre anni, dal 1961 al 1964, è fotografa di scena al Teatro Duse di Genova, ma ritrae anche gli studi degli artisti, le vie di città desolate, i volti dei profughi, la vita sulle chiatte del porto genovese o i reietti della società, i travestiti. Il suo obiettivo ha ritratto la Genova più nascosta. Al porto, con lo scarico dei fosfati,con i volti sfigurati dalla fatica, oppure nei vicoli, coi travestiti, o, ancora, con gli scioccanti scatti di un parto. Straordinari poi i ritratti a Ezra Pound, Lucio Fontana, Luigi Dallapiccola, Leonardo Sciascia, Claudio Abbado, Joris Ivens, Carmelo Bene e Lele Luzzati.

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