#139 - 9 novembre 2015
AAAAAATTENZIONE - Cari lettori, questo numero del giornale - ultimo per il 2025 - ci accomapgner fino a NATALE e le Festivit del VECCHIO ANNO. Allo scoccare della mezzanotte del 31 DICEMBRE con il Brindisi del NUOVO ANNO, andr in rete il nuovo numero 370: GIOVEDI 1 GENNAIO 2026 - CORDIALI AUGURI DI BUON NATALE BUON ANNO e BUONA LETTURA - ORA PER TUTTI un po' di HUMOUR - E' da ubriachi che si affrontano le migliori conversazioni - Una mente come la tua affascinante per il mio lavoro - sei psicologo? - No architetto, mi affascinano gli spazi vuoti. - Il mio carrozziere ha detto che fate bene ad usare WathsApp mentre guidate - Recenti studi hanno dimostrato che le donne che ingrassano vivono pi a lungo degli uomini che glielo fanno notare - al principio era il nulla...poi qualcosa andato storto - una volta ero gentile con tutti, poi sono guarito.
Fotografia

Rovereto

Donne in guerra

Il Torrione Malipiero del Castello di Rovereto ospita fino al 24 gennaio 2016 la mostra fotografica “Donne in guerra. Immagini dall’archivio fotografico del Museo Storico Italiano della Guerra”.

L'esposizione è composta da 16 scatti con al centro la figura femminile, tassello imprescindibile per comprendere la complessità della Prima guerra mondiale. La mostra è curata dal Museo della Guerra di Rovereto ed è sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento.

Le donne furono mobilitate per ricoprire i posti di lavoro lasciati dagli uomini partiti per la guerra, sostenere il morale dei soldati, oltreché gestire l’economia familiare. Una parte di loro accettò la guerra come una calamità, un’altra animò le manifestazioni di protesta ma non mancò chi si schierò a sostegno delle ragioni del conflitto.

Donne in guerraDonne in guerraDonne in guerra

Quelle che vengono presentate sono fotografie di vita “mutilata” (mogli o madri senza il sostegno del marito, profughe, vedove) all’interno di lavori nuovi o antichi, a volte mentre svolgono professioni difficili ma socialmente riconosciute come, ad esempio, quella dell’infermiera. In questo contesto, gli uomini compaiono quasi sempre in divisa, le donne “inquadrate” in ruoli prima mai ricoperti, altrettanto decisivi per la sorte della guerra.

A cento anni da quegli eventi – commenta il direttore del Museo della Guerra Camillo Zadra – possiamo leggere nelle trasformazioni indotte dalla guerra una tappa del processo di emancipazione delle donne nella società italiana destinato a durare decenni e in queste foto un documento di quel percorso complesso e contrastato”.

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