#103 - 8 settembre 2014
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di martedi 30 settembre quando lascerà  il posto al numero 368. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Cinema

Arance e martello

con la Z di Zoro

di Giada Gentili

“Arance e martello†ha scavallato la linea del mokumentary, del film comico e del racconto grottesco. Raccontare dell'Italia dei nostri tempi iniziava appena a diventare stucchevole (all'incirca dal 1995): sul grande schermo sono passati i precari, presidenti della Repubblica improbabili, dottorandi e ricercatori-spacciatori, ogni punto di vista sembrava esser stato scandagliato. Poi arriva un giornalista con una telecamerina, poche pretese e una storia che per quanto stravagante risulta credibile, che tira su un lungometraggio degno di nota e non-scontato. Nell'agosto del 2011, anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia, della caduta di B., a ridosso del Rubygate, del giaguaro smacchiato e tutta l'allegra compagnia, si narra la storia di un mercato a Roma Sud (non a Sud di Roma, per carità) che rischia la chiusura. Impregnato della romanità alla Verdone e della satira di Zoro, il film ha il grande pregio di sorprendere lo spettatore, sopratutto dalla metà del racconto in poi. “Arance e Martello†è anche un film corale in cui tutti e nessuno sono i protagonisti.

Arance e martello

La grossa pecca rimane invece il “troppo 2011â€, probabilmente per l'assenza di distribuzione “Arance e Martello†è uscito tre anni dopo i fatti narrati e si sa che gli italiani hanno memoria breve. I rimandi alla figura di Miss Rubacuori (nei titoli di testa), la satira verso Alemanno (sindaco della Capitale allora) potrebbero sfuggire con facilità.

Arance e martelloArance e martello

Non sfugge al contrario la critica all'attaccamento delle ideologie (con le falci e i martelli possiamo giusto spaccarci le arance), la tendenza al giudizio facile, alla follia che può, letteralmente, colpire chiunque. Uno spicchio dell'Arancia di Zoro racconta della Roma vera (Totti è compreso nel pacchetto e ce lo ricordano troppe volte), non quella poco tangibile ai più de “La grande bellezzaâ€. Da vedere per gli innamorati di Gazebo, da provare se vi piacciono le arance e portatevi i tranquillanti se siete politichesi convinti.

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