Continua sul nostro giornale la pubblicazione dei video
di grandi attrici che interpretano i racconti tratti dal poema
Mi svelo ma in animo nuda
Le storie del corpo che ogni donna può raccontare
di Antonio Bruni
Ogni persona custodisce, nel profondo della memoria, un vissuto del corpo, esemplare della propria identità. Quel pensiero è in lei presente, è raro che ne parli, può restare custodito o inconsapevole nell'animo ma può svelarsi, se ad ascoltare c'è un poeta.
Nasce così "Mi svelo ma in animo nuda". Sono novanta le donne che compongono il poema di Antonio Bruni scritto in versi novenari e corredato da cori e da canzoni, storie vere di vita sessuale di donne normali, raccolte dall’autore con interviste personali e trascritte in versi per renderle più delicate nella loro crudezza. I racconti sono immediati nella loro intimità, senza omissioni. Solo le donne sanno essere sincere con sé stesse.
L’opera, pensata per essere stampata in un libro, è stata invece pubblicata a voce in scena. Venticinque letture dal 2002 al 2017 in teatri, locali, televisioni, piazze. Sono cinquantadue le interpreti di Mi svelo… dal 2002 al 2017.
Oggi vi presentiamo Carolina Zaccarini, attrice e rinomata doppiatrice, che interpreta IL GREMBO, nella lettura maratona del 21 dicembre 2003 nel Teatro de’ Servi di Roma per la regia di Idalberto Fei.
IL GREMBO è il racconto di una donna di trentasei anni, infermiera, al suo terzo parto che si svolge con una partecipazione interiore totalmente diversa dai precedenti.
IL GREMBO è il novantesimo canto del poema MI SVELO MA IN ANIMO NUDA e lo conclude.
Guardalo su youtube
https://youtu.be/EmwztcRjXQ8
IL GREMBO
Nono Coro Matura toccare il Traguardo
Mi appoggiano il bimbo sul Grembo
L’amore l'amplesso l'orgasmo
è tutto in quel caldo di umori
Aiuto le donne nel parto
ginnastica corso e informare
di quel che sarà quell' evento
che dona a natura ragione
l’avevo chiarito a me stessa
le luci il conforto di ambiente
non sterile e scialbo ospedale
che pratico e cerco scaldare
non sono oggi tecnico in ruolo
al terzo mio parto mi accingo
il primo è un'incognita grande
secondo è veloce che sfugge
un dono in rinnovo è poi il terzo
serena lo affronto e padrona
nel fisico pieno e maturo
a trentasei anni un traguardo
non ho l'oppressione di mamme
che danno consigli e comandi
le donne diventano sagge
con altre puerpere e bimbi
si lanciano in tante avvertenze
invidiano il piccolo in grembo
o quando lui grida allattando
negli occhi si scorge quel lampo
di istinto rapace e invidioso
lo stesso dei maschi al mirare
la femmina giovane e bella
ma madre matura è sapiente
si regola sola sul fare
e questo la rende regina
or sono disparte e tranquilla
in sala del parto sul letto
attendo le mie contrazioni
che lente ritornano e vanno
io son rilassata ed accetto
non stringo le mani e i denti
con tecnica indiana mi lascio a
cantare una nenia indolore
accolgo le fitte isolate
in porta di uscita uterina
con ritmo vocale animale
che segue il variare di impulsi
è come scalare montagna
ti appare lontana e pesante
ma poi si avvicina col passo
dapprima calzante le ore
e quindi veloce e più forte
appena si scorge la vetta
non voglio nessuno intervenga
in questa mia marcia guerriera
affronto natura da sola
ho chiuso il pensiero alla storia
degli altri dei figli famiglia
son unica in ventre col frutto
il canto esclusivo e segreto
vorrei eseguirlo gelosa
non posso zittirlo ed erompe
rallegro a sentirmi allargata
vagina che sboccia investita
da amplesso invertito e totale
un membro che mi apre potente
da dentro mi schiude in possesso
invasa non sono ma creo
l’amore nel corpo e nel cuore
assenti riserve dell'altro
amante ne sono esclusiva
mi bussa e non sente ragioni
mi sono già ornata all' incontro
aperte le tende e i profumi
di umori ho esteso il giaciglio
il canto che è stato richiamo
prorompe ora in segno di abbraccio
emetto cascata in fragore
inondo ogni luogo festante
non è più segreto il godere
diventa spettacolo in scena
cantante l'orchestra ed il coro
i ruoli io assommo e concentro
da serie esplodente travolta
la pancia le spalle la testa
l'orgasmo è lunghissimo e folle
in ogni membrana la gioia
laddove mi lacero godo
il fremito scuote e non lascia
qualcuno mi sfila placenta
lo prego lasciarmi in sussulto
mi appoggiano il bimbo sul grembo
l'amore l'amplesso l'orgasmo
è tutto in quel caldo di umori
che appiccica muove e vagisce.