#368 - 1 novembre 2025
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerà  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerà a massacrare gli animali non conoscerà  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si è capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Teatro

Continua sul nostro giornale la pubblicazione dei video
di grandi attrici che interpretano i racconti tratti dal poema

Mi svelo ma in animo nuda

Le storie del corpo che ogni donna può raccontare

di Antonio Bruni

Ogni persona custodisce, nel profondo della memoria, un vissuto del corpo, esemplare della propria identità. Quel pensiero è in lei presente, è raro che ne parli, può restare custodito o inconsapevole nell'animo ma può svelarsi, se ad ascoltare c'è un poeta.
Nasce così "Mi svelo ma in animo nuda". Sono novanta le donne che compongono il poema di Antonio Bruni scritto in versi novenari e corredato da cori e da canzoni, storie vere di vita sessuale di donne normali, raccolte dall’autore con interviste personali e trascritte in versi per renderle più delicate nella loro crudezza. I racconti sono immediati nella loro intimità, senza omissioni. Solo le donne sanno essere sincere con sé stesse.
L’opera, pensata per essere stampata in un libro, è stata invece pubblicata a voce in scena. Venticinque letture dal 2002 al 2017 in teatri, locali, televisioni, piazze. Sono cinquantadue le interpreti di Mi svelo… dal 2002 al 2017.

Oggi vi presentiamo Ileana Ghione, la grande esponente del teatro italiano, scomparsa alcuni anni fa, che interpreta "Il catino", nella lettura maratona del 21 dicembre 2003 nel Teatro de’ Servi di Roma per la regia di Idalberto Fei.
"Il catino" è il racconto di una giovane donna degli anni Cinquanta che rinuncia alla sua prima esperienza sessuale con il fidanzato a causa della vista di un oggetto, che scatena in lei inibizioni e sensi di colpa.
Un oggetto banale può condizionare l’esperienza di una persona sensibile.
https://youtu.be/3R39J8MrOs0

Secondo coro decidere in animo svolta n.11

Il Catino

Mi appare un'alcova un Catino
inciampa la mia dignità
mi chiedo son donna a tariffa?

Casina sul lago ricordo
gradevole albergo alle coppie
ambiente accogliente non losco

la laurea ma vergine ancora
austeri quegli anni Cinquanta
mi invita un ragazzo già caro

ha vinto un concorso e partenza
lui vuol festeggiare con me
premessa a un legame futuro?

tra noi confidenza nei baci
abbozzo di prime carezze
ma ignoto il trasporto dei corpi

tentavo con lui fidanzarmi
curiosa saper gli sviluppi
dei sensi conoscere amplesso

la gita in trenino sui colli
speranza in promessa verbale
sancire l'affetto e l’impegno

giriamo il castello e quel borgo
mi invita ad un tè nell'albergo
in sala parliamo tranquilli

di un tratto mi dice "saliamo!"
commesso ci guida di sopra
e apre una stanza da letto

lo sguardo per primo mi cade
su un tripode basso un catino
oggetto descritto in racconti

emblema di luoghi ruffiani
segnale di pratica svelta
incontro con prezzo ed orario

le case per gli uomini chiuse
discrimine sesso ed amore
notorie e vicine in quartiere

pativo sapere gli amici
clienti insicuri avviliti
sfogarsi sognando la gioia

le donne di vita nel turno
le spose inviolate e ignare
due razze due caste un confine

mi appare un'alcova un catino
inciampa la mia dignità
mi chiedo son donna a tariffa?

lui chiude la porta e io piango
finestra mi accosto tremante
non voglio un rapporto carnale!

pensiero rivolgo a mia madre
afflitta tradita lasciata
minaccia di gravida figlia?

al tempo l’onore era in voga
violare col corpo una norma
vergogna nel pubblico e in cuore

lui tace e ritira proposta
si stende sul letto da solo
lo guasta non vuol confessare

all’oste quel nostro insuccesso
mi siedo vicina la mano
gli stringo pietosa e materna

mi sfugge di testa l’idea
sognata nei baci ai giardini
di un timido abbraccio parziale

effondersi liberi in giochi
gustando tra noi intimità
ma senza violare il mio grembo

gli chiedo perdono al rifiuto
ma non gli menziono il catino
mi sembra ridicola scusa

usciamo e prendiamo il trenino
mi sblocco mi stringo e lo bacio
lui parte e la storia si allenta

da allora ricordo gli incontri
con altri ragazzi per svago
in macchina o in comode case

toccarsi baciarsi scherzare
approcci e confronti galanti
nessuno che offrisse l’amore

decisi di romper l’imene
a trentaquattr’anni già stufa
con uno maldestro e ignorante

nemmeno si accorse del velo
in auto imprecò in quel momento
fu come ingoiare un bel rospo

allora si accese il rimpianto
per quell’occasione perduta
l'albergo accogliente il ragazzo

gendarme il catino impedì
di entrare persona nel sesso
donarmi nel corpo a chi amavo

avrei forse stretto un legame
invece la strada mia strana
deviata dal blocco sul lago.

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