Un mondo diverso è ancora possibile!
Arte/incontro in Russia
di Francesco Astiaso Garcia
Sono Francesco Astiaso Garcia e insieme ad Anna Usova, ho l’onore di curare la mostra “La Bellezza di Cristo salva il mondo”.
Permettetemi anzitutto di ringraziarvi di cuore per la vostra calorosa e generosa ospitalità.
Non si tratta soltanto di un’accoglienza formale, ma di un vero e proprio segno di apertura, di condivisione, di fraternità. In un tempo in cui è facile chiudersi nel proprio orizzonte, questo gesto di disponibilità assume un significato profondo: ci ricorda che l’incontro è ancora possibile, che l’arte può essere ponte tra culture, linguaggi, sensibilità diverse. E se oggi siamo qui, è anche grazie a chi ha reso questo luogo una casa aperta, dove bellezza, dialogo e spiritualità possono ritrovarsi e generare qualcosa di nuovo.
La mostra che oggi inauguriamo riunisce sessanta artisti provenienti da quindici Paesi diversi, accomunati dal desiderio di offrire, attraverso il linguaggio potente dell’arte contemporanea, una riflessione intensa e luminosa sulla figura di Cristo, “il più bello tra i figli dell’uomo”.
Non siamo qui oggi soltanto per celebrare un evento culturale il nostro è un segno di pace, un atto di fiducia nell’umanità. In un mondo lacerato da contrapposizioni, crediamo che solo un ritorno alla Bellezza, quella che sgorga dalla nostra fede condivisa, possa sanare i cuori, ricucire le relazioni spezzate e ridare respiro alla speranza.
Dice un antico proverbio cinese: ‘Due fiumi, per quanto diversi, riflettono la stessa luna’, nessuna luna però può risplendere senza il sole. E l’unico sole che illumina ogni tenebra e unisce ogni diversità, è Cristo Risorto. In un tempo che ci vorrebbe indifferenti o schierati l’uno contro l’altro, scegliamo di camminare insieme; L’arte ci offre un terreno comune: uno spazio in cui il desiderio di comunione, di eternità e di unità si fa voce e forma.
La Russia è una terra che affascina profondamente per la sua storia millenaria e per la ricchezza della sua cultura. Come non restare incantati davanti ai suoi grandi artisti e musicisti, ai monaci e ai pellegrini, agli scrittori profondi conoscitori dell’animo umano, capaci di aprire orizzonti di senso e comunione? Non è forse questo il compito più nobile dell’arte? Rivelare, nel cuore delle vicende umane più tormentate, la bellezza di un amore che salva, non è forse questo il compito di artisti e mistici: rendere partecipe della vita divina l'umanità e allo stesso tempo condividere con essa la profondità del suo limite!
Siamo qui per intraprendere con voi, fratelli russi, un pellegrinaggio comune alla ricerca di quella Bellezza che ancora oggi può redimere il mondo. La Bellezza che abita il volto più autentico della vostra nobile terra, illuminata dalla luce delle sue vette spirituali, che la vostra tradizione custodisce con fedeltà e ardore.
Nella nostra mostra prende forma una sintesi visiva e interiore di sentimenti contrastanti, che riflettono il cuore del mistero pasquale della Redenzione: dal dolore estremo, vissuto e offerto per amore, fino alla luce gloriosa della Risurrezione. È un cammino che attraversa la notte del mondo per giungere alla sua aurora, secondo le parole antiche ma sempre vere: Per crucem ad lucem. È la Luce del Risorto, che rende luminosa perfino la ferita.
La bellezza di Cristo ci trasforma, se le permettiamo di parlarci, la sua travolgente potenza può condurci in nuovi spazi, a volte sembra chiederci di cambiare vita. Anche oggi, in mezzo a tante sofferenze, ci sorprendiamo a domandarci dove sia Dio. Forse Egli risponde nel silenzio di un’icona, in uno sguardo dipinto, in un gesto che si fa dono. È lì che Cristo ci viene incontro: per sussurrarci che la bellezza resiste, che la speranza non è morta, e che l’amore, quello vero, non ha mai smesso di abitare il mondo.
Forse il destino dell’uomo non è quello di compiere pienamente la giustizia, ma di averne sempre fame e sete. Eppure, è proprio nel custodire questa sete che si gioca il senso profondo della nostra vita. Vorrei perciò concludere con le parole piene di speranza di Sant’Agostino: “Nell'universo Dio ha lasciato le sue vestigia, nell'uomo Egli ha impresso la sua immagine che lo mette nella possibilità di essere in comunione con Lui, suprema Bellezza”.