Continua sul nostro giornale la pubblicazione dei video di attrici che interpretano i racconti tratti dal poema
Mi svelo ma in animo nuda
Le storie del corpo che ogni donna può raccontare
di Antonio Bruni
Ogni persona custodisce nel profondo della memoria un vissuto del corpo, esemplare della propria identità. Quel pensiero è in lei presente, è raro che ne parli, può restare custodito o inconsapevole nell'animo ma può svelarsi, se ad ascoltare c'è un poeta. Nasce così "Mi svelo ma in animo nuda" il poema scritto in versi novenari.
Sono novanta storie vere di vita sessuale di donne normali, raccolte da Antonio Bruni con lunghe interviste personali e trascritte in versi, per renderle più delicate nella loro crudezza. I racconti sono immediati nella loro intimità, senza omissioni. Solo le donne sanno essere sincere con sé stesse. L’opera, pensata per essere stampata in un libro, è stata invece pubblicata a voce in scena. Venticinque letture dal 2002 al 2017 in teatri, locali, televisioni, piazze. Sono cinquantadue le interpreti di Mi svelo… dal 2002 al 2017.
Oggi vi presentiamo Valentina Martino Ghiglia, nella lettura del 2017 al Teatro Belli di Roma per la regia di Antonio Salines. Valentina interpreta il racconto in versi “Il Cigno”. Una giovane pittrice e un modello superdotato, una scoperta sconvolgente. https://youtu.be/2JPASAFCfso
Il CIGNO
Un gruppo di maschi io donna
un seminterrato in affitto
per feste e con voglia di artista
diciotto e ancora minori
ognuno una stanza a piacere
io scelgo per me la cucina
ambiente che sa di alchimia
con l’acqua i pennelli un lettino
conquista nascosta e ambita
sgradita pittura in famiglia
in stanza proibiti i ragazzi
per far confidenza a toccarsi
gelosa di spazio mio sola
convivo staccata da amici
golosa portarmi in quel sito
conquiste e ricerca contatti
inquieta in mistero a me stessa
il cubo virile indagavo
sicuro e galante un signore
che vuole istintivo guidarmi
è un padre che tento nel sesso
studente villoso e tarchiato
più basso rimorchio in un bar
ammiro un pianista di jazz
lo vedo che alzandosi zoppica
mi attira il contrasto tra gambe
e mani in prodigio scorrenti
cinquanta e i fumetti disegna
un tipo famoso funziona?
un numero storie veloci
sfrenata e curiosa rincorro
l’archetipo di uomo ideale
tra tanti incrociati e confusi
nel gruppo che vive con me
ne fisso uno solo isolato
con l’aria un po’ triste e sorniona
escluso il pensiero di averlo
per esser di fatto compagno
lo chiamo per fargli un ritratto
il volto tratteggio ed è scuro
un nero ragazzo ricorda
slanciato sottile e nervoso
si adagia narciso su branda
con sguardo gazzella indifesa
perché non ti spogli? gli chiedo
esegue con flemma la scena
indugia ai bottoni tranquillo
la mano allungata che scopre
cosciente quell’ultimo scrigno
sorpresa! più lungo di quelli
già visti si estende il suo pene
contrasta l’efebico corpo
appare una statua di Olimpo
ma con sproporzione di dote
cannone che non sa gestire
lo mostra implorando attenzione
di affetto di cura in sostegno
comincio a tracciargli figura
cercando la scritta segreta
di linee distese e incrociate
l’insieme del nudo emoziona
qualcosa di insolita grazia
in snelli volumi gentili
estesa nei fasci eleganti
risuona quell’adolescenza
appena finita e incompleta
la luce che scivola in pelle
la zona in peluria evidenzia
adesca splendente la mira
la mano mi trema in ricerca
azzardo un colore più ambrato