#352 - 1 giugno 2024
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Fotografia

Leggendo l'articolo si capisce che sarebbe anacronistico inserire foto.

Per il futuro, non resta che affidarci alle misteriose veggenti.

Il Futuro

di Guido Alberto Rossi

Nel prossimo futuro andremo su Marte, la scienza sconfiggerà malattie terribili, forse non ci saranno più guerre, ma di sicuro scompariranno i fotografi professionisti, perché sarà una categoria di artigiani che non servirà più.

Nel mondo che verrà, si useranno molte più fotografie di oggi, ma siccome i telefonini saranno oggetti tecnologicamente fantastici, permetteranno anche ai più caproni di scattare bellissime immagini. Infatti, tutti gli smartphone saranno dotati dalla A.I che immediatamente correggerà tutti gli errori possibili e immaginabili fatti dai caproni e renderanno il mondo fotografico bellissimo e fintissimo, molto ma molto di più del presepe.

Le foto di cronaca saranno tratte dalle telecamere e dai satelliti di sorveglianza, che praticamente copriranno ogni centimetro quadrato del mondo e manderanno le immagini in tempo reale direttamente alle reti televisive e a quello che sarà il futuro dei giornali, anche perché insieme ai fotografi anche i giornalisti saranno soppiantati da qualche robot. Già oggi nelle redazioni, quando un giornalista va in pensione raramente viene sostituito, figuriamoci in futuro. Gli editori danno la colpa di tutto questo al mercato, dicendo che la gente non legge più, ma forse è in parte anche colpa loro, perché non fanno prodotti nuovi, vivacchiano di risparmio e pubblicità.

L’unica buona notizia nel futuro fotografico è che molto probabilmente scompariranno anche i critici fotografici, che a mio parere sono già inutili oggi. Non so dire quando sarà la fine, ma comunque è già iniziata. Guardando il telegiornale, mi sono accorto che c’erano solo due o tre fotografi intorno ad un politico istrionico e molti più cineoperatori, quindi mi è venuto automatico telefonare ad un amico che ha una piccola agenzia fotografica e chiedergli, oltre a come stava lui e famiglia, come andava il lavoro, risposta: maluccio, ma resisto, poi gli chiesi come facessero i fotografi di cronaca e attualità a sopravvivere, semplice mi risponde: hanno un doppio o triplo lavoro che non ha niente a che fare con la fotografia.
Durante la nostra chiacchierata mi racconta anche di come sono cambiate le regole del gioco: fino a pochi anni fa, quando vendevi un servizio ad un settimanale, c’era una mini-trattativa commerciale, alla fine agenzia e direttore stabilivano un prezzo e quello rimaneva tale fino alla fattura.
Oggi non è più così, fai tutta la trafila della vendita, stabilito il prezzo, magari al mattino, nel pomeriggio ti richiama la segretaria di redazione e ti dice che il direttore ha cambiato idea e vuole uno sconto del 50% perché ha visto una foto del reportage su un social (non mi stupirei se l’avesse postata lui stesso per avere lo sconto) e così l’agenzia è costretta ad accettare, perché visti i pochi clienti in circolazione, non puoi permetterti di perdere neanche il più mascalzone.

Saluto e telefono ad Andrea vecchio amico e collega, grande fotografo di travel che ha lavorato e lavora per tutte le riviste fotografiche del mondo; stranamente è in Italia, ci raccontiamo un po' di amarcord e di come era bello andare nelle redazioni e magari anche tampinare le segretarie e le giornaliste carine, (sono anche nati matrimoni e bambini). Poi immancabilmente parliamo di foto e agenzie e mi racconta che oggi con trentamila foto e quindicimila video gestiti da una delle più grandi agenzie fotografiche, porta a casa intorno ai mille euro al mese, il prezzo medio per foto è di 4 € di cui l’agenzia si tiene il 70% (nel 2016 ne portava a casa dai 15 ai 20.000 al mese e l’agenzia si teneva il 50%) mi dice anche che ormai l’agenzia non fa più l’editing delle foto che gli manda, ma prende tutto. Per curiosità vado sul sito dell’agenzia e digito nella ricerca New York, mi compaiono oltre 6 milioni foto, sempre per curiosità cerco anche in un’altra agenzia e trovo oltre 20 milioni di foto, quindi sul mercato in solo due agenzie ci sono ben 26 milioni di foto di New York, mi limito a guardare le prime due pagine e personalmente trovo che sono tutte uguali e a mio gusto almeno la metà brutte e finte, poi curioso un po' e scopro che un’agenzia ha oltre 9.000 immagini di New York, create da A.I . Mi viene un altro colpo di curiosità e clicco su un’agenzia che dà le foto gratis (mistero come possono vivere) e offrono altre due milioni di foto molto simili ed alcune le stesse che ho visto nei siti delle altre due agenzie. A questo punto mi viene la nausea e incomincio a pensare di farne uno dei miei articolotti sulla materia e così telefono ad un altro amico fotografo, molto bravo e sempre molto impegnato a fotografare gli eventi.
Dopo il ciao come stai, attacco subito il tema lavoro, mi risponde che praticamente è tre mesi che non tira fuori la borsa delle macchine dall’armadio. Ora in molti eventi aziendali ci sono dei dipendenti preposti a fotografare il tutto con il cellulare, tanto vengono benissimo e si risparmia. Mi racconta che si è messo a fare i mercatini delle pulci per arrotondare e mi chiede se per caso ho in cantina qualche cosa di cui voglio sbarazzarmi. Oltre alla nausea mi si stringe il cuore.

Il giorno dopo leggo sul Corriere della Sera, che la famosa foto annuale di classe, ormai la fanno i genitori con il telefonino e poi si passano le migliori e quindi così si chiude un’altra porta per i fotografi. Continuo con le mie telefonate ai colleghi e sento solo storie tristi. Forse ci sarà un microspazio per i fotografi di moda, food ed arredamento, ma forse anche no, visto che Lallo Mari, per la sua agenzia di pubblicità ha fatto un calendario per una ditta di costumi da bagno, con 12 immagini tutte realizzate da A.I, di belle modelle al mare. Nelle foto di food, dipenderà da cose mangeremo, parlano di carne e pesce sintetico, che foto si potranno mai fare? sicuramente basterà il telefonino del futuro, così anche per le foto d’arredamento. Il mio amico Massimo, che vende case, lo usa già per fotografare tutto quello che offre, scatta e le mette sul suo sito, facendo così vedere quello che ha a disposizione.
Qualche sera dopo vado a cena con il mio amico Daniele Pellegrini, si proprio quello che insieme a un altro fotografo mitico, Cesare Gerolimetto, ha fatto il giro del mondo in camion consumando rullini, gomme e carburante negli anni in cui potevi tranquillamente andare da Milano a Calcutta via terra, cosa oggi impossibile, per via delle guerre o dei i regimi poco amichevoli verso gli stranieri. Ovviamente (amarcord) parliamo di fotografia e avventure di lavoro, pettegolezzi compresi. Arriva nel tavolo a fianco a noi, una coppia tra i 40 ed i 50 anni d’età e vista la distanza è impossibile non ascoltare i discorsi reciproci, io ho di fronte a destra la bella signora e non posso non notare che, quando noi parliamo di cose per noi normali, questa sgrana gli occhi a ogni parola come se sentisse chissà cosa, anche il marito ammutolisce dopo l’ordinazione e ascolta in devozione i racconti di due fotografi dinosauri che parlano della bellissima preistoria fotografica.

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