Televisore gioia e dolore
Zapping
Frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
Girovagando tra i vicoli e i vicoletti di internet, ed avventurandoci, come spesso ci accade, nel mutevole luna park di Facebook, ci imbattiamo in un gustoso passo coranico, scritto, come ben sappiamo, dall’Altissimo in persona tramite il santo calamo del Profeta Maometto: si tratta del versetto 34 della quarta sura, dedicata alle donne.
Per amore di precisione, oltre che per collaudata sfiducia vero il prossimo, andiamo a spulciare, per un vigile confronto, l’edizione in nostra possesso, quella pubblicata da Mondadori tradotta e commentata da Federico Peirone, dalla quale estrapoliamo il passo suddetto: “Gli uomini hanno sulle donne autorità per la preferenza che Dio ha concesso al maschio sulla femmina e a causa di ciò che essi hanno speso per loro delle sostanze proprie. Le femmine che si rispettano sono sottomesse, gelosamente custodiscono l’onore in assenza del marito in cambio della protezione che Dio ha concesso loro. Temete l’infedeltà di alcune di esse? Ammonitele, relegatele sui loro giacigli in disparte, picchiatele: ma se tornano a miti sentimenti d’obbedienza, allora basta, va bene così. Dio è altissimo e grande in verità”. Parola del Signore.
Altrettanto gustosi i commenti femminili al post: invettive sommarie contro il genere maschile (poteva mancare il patriarcato?) aumentato, con dovizia, di numerosi attributi e apposizioni; e c’è stato anche chi ci ha ricordato che negli anni ’50 anche da noi era così e quindi: di cosa ci stupiamo?.. e poi altre perle che non riportiamo. Ora ditemi un po’ se questa non è gretta discriminazione! Se un europeo si azzardasse a diffondere opinioni simili avrebbe in breve tempo i poliziotti alle calcagna…e le femministe ai polpacci!
Abbiamo maturato, in verità, la timida impressione che i gargarismi quotidiani a base di inclusività, tolleranza, accoglienza, multiculturalità et similia, funzionino davvero pochino e che certe culture siano tra loro totalmente incompatibili perché immiscibili sono i valori di cui si fanno portatrici. C’è da dire, ad onor del vero, che anche il versante cristiano del mondo ha i propri sottaciuti tribalismi. Tanto per fare un esempio, la Santa Pasqua, appena trascorsa, si festeggia regolarmente con una truculenta mattanza di agnelli. L’agnello, simbolo del Cristo viene eucaristicamente ingurgitato dal fedele – o semplicemente, dal festeggiante - che compartecipa così, a suo modo, al mistero della Resurrezione, con un lauto banchetto lustrale.
Sarebbe un po’ come propiziare la pace tra Russia e Ucraina con una scorpacciata di colombe. O come affrontare la patologia dell’infertilità con una dieta terapeutica a base di ricci e conigli. Siamo soliti prendere le distanze dal mitico “uomo delle caverne” ma il suo DNA, a quanto pare, ancora ci sostanzia. C’è nell’aria una strana voglia di terza guerra mondiale. L’attentato dell’Isis a Mosca dà l’impressione di essere un pretesto per scatenarla. Il compagno Putin accusa l’Ucraina e l’Occidente: cerca forse una giustificazione morale per mettere mano al nucleare? Ci si chiede. Il professor Alessandro Orsini a “Carta Bianca” non ha dubbi: siamo vicini allo scoppio della guerra. Litiga con il giornalista Cappellini, battibecca con Bianca Berlinguer che, dal canto suo, non ne azzecca una: interviene a sproposito e sempre fuori tempo accavallandosi e interferendo cacofonicamente nel dibattito, coprendo le parole degli ospiti e interrompendoli malamente. A salvare la trasmissione è sempre il siparietto iniziale con il simpatico montanaro Maurizio Corona, vivace e forbito contraltare alla legnosa Bianca Berlinguer.