#121 - 2 marzo 2015
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Arte

Luoghi magici vissuti e immaginati

Elisabetta Marinucci

Come in un sogno, si moltiplicano le dissolvenze di tenui colori

di Carlo Marraffa

La storica Galleria d'Arte La Pigna di Roma, segnala la recente mostra delle opere di Elisabetta Marinucci.
Un consistente numero di acquerelli che mettono all'istante in comunicazione con un’essenzialità raffinata, frutto di una sapiente evoluzione stilistica.

Elisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta Marinucci

L’acquerello di per sé, come tecnica, tende alla delicatezza, alla rarefazione, ma l’artista qui va oltre la forma; le forme infatti non sono più disegnate, ma gli incantevoli paesaggi sono espressi con pennellate e velature armoniose, leggere: si potrebbe definirle sensibili.

Un fluttuare di colori su fogli preziosi costruisce nell’occhio che guarda i luoghi rasserenanti di Maremma: campi assolati, colline, oliveti, marine opalescenti e anche luoghi ovattati dalla neve. Ogni tanto una figura umana, delineata, anzi suggerita da poche pennellate.
In tutte le opere della Marinucci spazia un silenzio che porta serenità e addolcisce l’animo, è quasi una forma di meditazione, di contemplazione interiore.
I suoi “Luoghi”, la Maremma che lei ama tanto e dove trascorre una parte dell’anno, da posti fisici diventano luoghi dello spirito, dove ricrearsi, liberando sensazioni ed emozioni che consolano e ci portano a contatto con un “io” più naturale ed equilibrato.

Elisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta Marinucci

La vena poetica di Elisabetta Marinucci ha una topografia precisa, come nella tradizione della pittura en plein air: le lagune di Orbetello, la Feniglia, l’Uccellina…ce lo rammenta Costanza Barbieri quando fa riferimento alla topografia evocativa dell'artista, che riflette il sentimento della percezione di una veduta interiore: riflessi di luce mattutina sul mare, che risplendono accecanti con il bianco ottenuto a risparmio, da un fondo ruvido e sabbioso; macchie di ombra e di terra, che avanzano verso il mare e lo incorniciano come quinte teatrali. I bagnanti e gli ombrelloni, i teli sgargianti e i bambini, i venditori itineranti, la sabbia, i ciottoli, i relitti del mare: tutto acquista colore e intensità attraverso tenui velature stese con grazia da una mano felice, sorretta e guidata da una lucida e attenta visione della natura.

Elisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta Marinucci

La chiave per comprendere lo spirito di questi piccoli preziosi paesaggi è quello del genius loci: ogni singola vedutina è differente dall’altra e si caratterizza per una sua essenza precisa e irripetibile quasi un motivo musicale da cogliere e da ricercare con i sensi acutizzati da esperienze che tutti viviamo, ma che pochi sono in grado di rappresentare con intensità e nitore. Si rivela a tutti, in questo modo, il senso delle nuvole che gettano ombre improvvise sul mare, le sagome dei bagnanti in controluce nelle acque lucenti delle marine al tramonto, la calma afosa delle campagne estive.
Una visione attenta, analitica e sintetica al tempo stesso, piena d’interesse e di amore per i luoghi del cuore.

Elisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta MarinucciElisabetta Marinucci

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