Tra sacro e profano
Mariella Mandelli
di Amanzio Possenti
Tra i non pochi innamorati del dipingere a livello professionale e che emergono in Lombaardia si colloca
certamente, Mariella Mandelli, trevigliese che da anni lavora nel silenzio dello studio conducendo un
costante impegno verso la ricerca e nuovi modelli propositivi.
I risultati sono positivi sul piano
dell’attenzione del pubblico - che ne ama le splendide figurazioni fra dipinti, mosaici, ceramiche istoriate,
pitture di vasto respiro spaziale - nonché su quello della maturità di una espressione di felice incanto.
Lo scenario della sua attività artistica è molto vario, dalla ritrattistica di eccellente proposta visiva alla ampiezza dell’arte sacra, visitata con personalità e amore. Se nella prima esperienza - il ritratto - Mariella Mandelli recupera il valore principale, educativo ed ideativo del segno, facendone storia tra movenze ed espressività e ripristinando il senso e le caratteristiche di un volto sino a testimoniarne nel tempo la fisionomia donando al fruitore la gioia di ’rivivere’ quel determinato volto, nell’arte sacra emergono maestrìa del racconto e sensibilità religiosa. I dipinti su santi e su angeli oppure sulla Vergine Maria narrano di un’artista che si pone a raccontare fra preghiera e misura espressiva, caricando il dipinto di poesia semplice, immediata, spontanea.
La sensibilità presente nella sua pittura - manifestata anche in apposito sito divulgativo - deriva dal desiderio di mettersi alla prova con il colore che è l’anima di ogni raffigurazione e dimostra la capacità di relazionarsi autonomamente con lo spettatore: ecco, qui sta lo snodo dolce e invitante del suo dipingere, fatto di policromie gioiose che nella pittura sacra attestano la bellezza di sentirsi chiamata ad una fede forte e arricchente e nella pittura profana testimoniano la complessità di una scelta diretta a sollecitare gusto ed amore al Bello e al Vero.
Tra i molti ritratti - tutti apprezzati e ricchi di stile personale - ricordiamo
quelli dell’arcivescovo Delpini e di papa Benedetto XVI,deceduto recentemente.
Infine i piatti istoriati in ceramica sui quali l‘intervento di Mariella Mandelli si esercita fra ricerca di un
tramite di arte raffinata e un senso di memoria che continua.
Immersi in appropriata cottura dentro
apposito crogiuolo, quei ’piatti’, quando escono dalla conclusione del lavoro, diventano strumenti artistici
ammirati e rivelatori di poesia, tra volti, architetture, chiese, santi, immagini originali di vita domestica.
Dopo tanti anni di presenza nell’ arte e innumerevoli riconoscimenti pubblici e della critica, la pittrice sta
ripensando il proprio ruolo, magari verso nuove esperienze espressive.
Di certo - ci ha detto - non intende
rinunciare alla gioia che le proviene dal dedicarsi ogni giorno, sovente in gratuita dimensione, alla gioia che
solo un’opera d’arte compiuta sa donarle in felicità e in coinvolgimento umano.