#313 - 3 settembre 2022
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 OTTOBRE quando lascerà  il posto al n. 369. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora per voi : AMICI DEGLI ANIMALI - Vivisezione: Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni (A. Einstein) - Grandezza morale e progresso di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali (Gandhi) - La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa avere (C. Darwin) - Fintanto che l'uomo continuerà a massacrare gli animali non conoscerà  ne salute, ne pace (Pitagora) - Tra tutti gli animali l'uomo è il più crudele. E' l'unico ad infliggere dolore per il piacere di farlo (M Twain) - A forza di sterminare animali si è capito che anche sopprimere uomini non richiedeva grande sforzo ( E.da Rotterdam) . -
Fumetto

Dalla collana della Bonelli, uscito nell’ottobre 1978 col titolo «Un uomo un’avventura»

L'Uomo del Tanganyka

Di Attilio Micheluzzi - editore NPE

di certosino

A sud del Kenya e a nord della Rhodesia e dei possedimenti portoghesi, sta l’Africa orientale tedesca: il Tanganyka. Di fronte, ad appena 30 miglia nell’Oceano Indiano, ci sono Zanzibar e le truppe inglesi.

Nello scenario logorante del primo conflitto mondiale, anche l’Africa diventa uno scacchiere importante, dove la guerra si trasforma talvolta in pura avventura, vista la penuria di aiuti e contatti con la madrepatria.
In queste terre selvagge, lo spionaggio diventa una pedina fondamentale per la sopravvivenza e l’esito finale del conflitto.

L'Uomo del TanganykaL'Uomo del Tanganyka

Da un lato, il reverendo Philips, spia tedesca in missione sotto copertura a Zanzibar.
Dall’altro Ian Fermanagh, un burbero ingegnere minerario americano di origini irlandesi a bordo di un idrovolante giunto in terra africana: il suo Curtiss A-1 sorvola il delta del Rufigi ma durante la missione viene abbattuto da uno stormo di fenicotteri rosa. Fermanagh precipita, ma nonostante sopravviva miracolosamente allo schianto, il rottame viene circondato dai coccodrilli. Lo salverà proprio l’intervento di Philips.

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Ancora una volta il maestro Micheluzzi si cimenta con gli orrori della guerra, lui che in prima persona ne aveva vissuto la catastrofe durante il secondo conflitto mondiale.
La sua spiccata attenzione alla memoria storica emerge ancora una volta attraverso le storie di uomini comuni, protagonisti spesso inconsapevoli di una pagina indelebile della storia dell’uomo.
Micheluzzi aveva 48 anni quando realizzò questo volume, il diciottesimo della mitica collana della Bonelli, uscito nell’ottobre 1978. «Un uomo un’avventura» era un prodotto di alta qualità, contenitore ideale per un artista come Micheluzzi, che ha sempre mostrato una certa predilezione per le storie ambientate nei primi decenni del Novecento.

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In questa avventura, Micheluzzi inserisce una firma d’autore nelle didascalie, una specie di commento off records, ironico, a contrappunto delle vicende narrate, dove i personaggi sembrano trasmettere un senso di marginalità e scollamento rispetto all’ambiente in cui vivono: restano, come lo stesso autore – istriano di nascita e quindi di origini slave – stranieri in qualsiasi luogo si trovino.

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