#297 - 8 dicembre 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Attualità

Natale 2021

di Amanzio Possenti

All’arrivo del Natale sembra che tutti o quasi ci sentiamo migliori, attenti all’altro, cristiani autentici: la nascita del Bambino di Betlemme, motivo di letizia comune e di disponibilità ad amare, ci coinvolge e ci induce a riflettere.
Almeno per un giorno...E poi? Tutto torna come prima fra indifferenza, orgoglio, intolleranza, ricerca di benessere? Ecco il timore che si manifesta quando il Natale è vissuto solo come un fatto consumistico e non per il suo splendore divino, l’Incarnazione del Figlio di Dio nell’umiltà di una grotta disadorna e fredda.

Lo sfolgorìo delle luci, il richiamo delle vetrine, lo scambio dei regali, il desiderio di stare in famiglia - pur nobili e significativi intenti - mentre ci accompagnano in un clima di festa non aiutano a svelarci e a donarci la gioia che è Luce, non esteriorità, la Pace di un Bimbo che parla il linguaggio dell’Amore e stimola a sentirci parte di un’eternità paradisiaca.

Il Natale 2021 si propone all’insegna del covid, come il precedente: se l’anno scorso eravamo turbati dalla forza crescente e mortale del contagio e dall’assenza di un antidoto finalizzato, quest’anno disponiamo fortunatamente del vaccino salvavita pur se segnaliamo presenze di contagi prodotti dalle varianti di un virus tuttora insidioso (oltre 135 mila vittime). Ma si è aperta nel frattempo una grande speranza, la somministrazione vaccinale alla terza dose. Un Natale dunque più sereno anche se ancora ricco di interrogativi sulla salute generale e accompagnato dalle negative posizioni novax.

Ma c’è Gesù che ci viene a salvare. Da Betlemme parte un coro di attesa gioiosa che fa del Bambino la Speranza per l’umanità vagante, incerta, dubbiosa, spesso guerresca e violenta, sulla quale si stende il chiarore imparagonabile della Natività che a tutti riserva spirito nuovo. Il solo guardarla con occhi di disponibilità all’accoglienza apre orizzonti di serenità nel buio delle tenebre quotidiane: in Essa gli uomini riscoprono il senso della vita donata affinchè sia fonte comune e amichevole di gioia anche nella sofferenza.

Questo Natale della quarta ondata covid, pur nella difficoltà del momento - anche per la povertà di ritorno che colpisce il Paese scosso economicamente dalla pandemia – invita ad essere familiari e credenti di quel Gesù che, dalla mangiatoia, si offre con Amore infinito dimostrandosi Amico Salvatore delle nostre fragilità.

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