#296 - 22 novembre 2021
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Arte

Roma - Galleria Aleandri Arte Moderna - 13/11 - 10/12

Sexto Canegallo

Simbolista divisionista e futurista

di Luigi Capano

Sexto CanegalloSexto Canegallo

Chi sia interessato alle vicende artistiche dei primi decenni del ‘900 deve obbligatoriamente far tappa alla Galleria Aleandri di Roma, un riferimento imprescindibile per gli appassionati e per gli studiosi di quegli anni geniali e tumultuosi.
Ecco l’ultima chicca: il 13 novembre si è inaugurata la seconda mostra romana di Sexto Canegallo (Sestri Ponente, 1892 – Carezzano, 1966). La prima, nel foyer del Teatro Argentina, reca la data inaugurale del 22 marzo 1920. Leggiamo da un quotidiano dell’epoca: “Questo giovane pittore genovese espone una quarantina di quadri nel ridotto del Teatro Argentina e, a giudicare dalla copia dei visitatori e più dalle vendite, si direbbe che raccolga una discreta messe di consensi. Attenendosi alla tecnica divisionistica, egli colloca le sue figurazioni dietro fittissime e sottilissime e multicolori irradiazioni di linee, le quali, mentre determinano notevoli vibrazioni di colore, sospingono la figurazione in una zona tra il reale e l’irreale…”.

Ma chi era questo obliato pittore, dal nome che non si dimentica? Compulsiamo il dotto e corposo catalogo e apprendiamo che fu Genova la culla degli anni della sua formazione. Sembra anche che sia vissuto a lungo a Parigi… Le sue opere ci raccontano un intreccio di interessi eterocliti: la tecnica divisionista, la tentazione futurista, le suggestioni simboliste, l’interesse per la pittura di paesaggio, la fascinazione per la teosofia e per lo spiritismo, una sorta di moda, quest’ultima, che coinvolse molti tra intellettuali, artisti, scienziati dell’epoca.

Sexto CanegalloSexto Canegallo

Dopo la metà degli anni venti la sua attività va scemando fino a perdersi nell’oblio. Chiediamo lumi a Mario Finazzi, curatore della mostra, sugli interessi del pittore sestrino per il mondo dell’occulto: “A Genova in quegli anni c’era la sede della Società Teosofica” - spiega - “e c’erano personaggi importanti legati al mondo della medianità come il parapsicologo Ernesto Bozzano e lo psichiatra Enrico Morselli. Canegallo ha innestato nella sua pittura le suggestioni catturate da quel mondo variegato e attrattivo”.

Le figure radianti centrifughe modulate da fitte tessiture cromatiche rimandano alle forme-pensiero della Blavatsky ma anche palesano l’intento – in cui cogliamo una sfumatura positivistica – di dare forma sensibile agli stati d’animo ed alle emozioni intime.
Tra le opere in galleria, olii, pastelli, disegni, bozzetti di paesaggi-stati d’animo, e la misteriosa suite di sei incisioni dedicate alle fasi del giorno, e ai rispettivi stati psicologici, rapportate alla danza dei bambini, che Canegallo realizzò esattamente cento anni fa.

Sexto CanegalloSexto Canegallo

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