#291 - 11 settembre 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Attualità

Post Afghanistan

Dall’orrore alla ricerca di una spera

di Amanzio Possenti

Post Afghanistan

Parlare di disumanità rispetto agli orrori tremendi – attentati compresi- segnalati nel dilaniato Afghanistan - tornato nelle mani dei teleban, grazie alle ‘disattenzioni’ di un Occidente frettoloso e indifferente nelle decisioni politico-militari - e in un mondo generalmente carente di amore verso il prossimo nonchè portato ad affermare la forza, magari la più brutale, anziché favorire dialogo fra distanti e nemici, è come buttare qualche secchio d’acqua nel mezzo di uno spaventoso incendio di territori arsi : come il fuoco arde e si dilata aggravando la distruzione, così la disumanità permane e resta tetragona alla levata di scudi universale che chiede civiltà, pace e concordia.

Gli errori delle scelte senza prospettive di costruenda fraterna convivenza, la visuale deformata della esportazione della democrazia e le violenze frutto di criteri tragicamente ancestrali , moltiplicandosi a cagione dell’affastellarsi e sedimentarsi degli odi, pongono le popolazioni inermi sotto la ferocia dei senza pietà.
Se il mondo si commuove e i potenti si impegnano a cercare una soluzione dove tutto è stato travolto, chi è costretto a condivivere la quotidiana ossessiva esperienza di un regime sovrastante, non ha speranza. E purtroppo soggiace.Salvo coloro che hanno potuto abbandonare il Paese in cerca di una nuova patria.

Post Afghanistan

La vergogna che ricade sull’Occidente – terribile e storica figuraccia, Usa soprattutto ed anche Europa – lascia spazio ad una realtà incerta e labile, nella quale già si è inserito ,sulla scia, il terrorismo pluriomicida Isis. Il mondo intero non può ritrarsi, né tentare soluzioni con le armi: occorrono impegni costanti della diplomazia e dei colloqui pacificatori in un lavoro lento, paziente, responsabile, reciproco. Difficile senz’altro, ma da tentare.
Una speranza. Non dimenticando la preghiera.

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