#286 - 22 maggio 2021
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisore gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

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Ci ha lasciato, in questi giorni, anche Franco Battiato, cantautore sofisticato ed eccentrico attratto dalla mistica sufi e dal sincretismo misteriosofico di Gurdjieff, i cui echi risuonano con prodigalità nelle musiche e nelle parole dei suoi testi.
Lo ricordiamo qui come un raffinato editore: lo fu per breve tempo, molti anni fa, quando dette vita alla casa editrice “L’ottava”.
Tra i libri pubblicati, presenti nella nostra biblioteca: “Vedute sul mondo reale”, “La Vita reale”, “ I racconti di Belzebù a suo nipote” di Gurdjieff; “Her-Bak Cecio”, Her-Bak Discepolo” dell’egittologa Isha Schwaller de Lubicz; “Il saggio di Bandiagara”, sulla complessa cosmologia dei Dogon, una tribù dell’Africa Occidentale.

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Un breve servizio del Tg ci ha sorpreso positivamente: davanti ad una sede Rai, un manipolo di dipendenti aziendali protesta ostentando cartelli di questo tenore: “Rai libera dai partiti”, “liberiamo la Rai dai partiti”, “Lasciate libere l’informazione e l’arte”, “Rai libera dai governi”.
Che non sia finalmente la volta buona per affrancare il servizio pubblico dal giogo delle fazioni politiche?
Ricordiamo, ancora con malcelato fastidio, i tempi, neanche tanto remoti, in cui i partiti di maggioranza si spartivano la TV pubblica da bravi compari: Rai1 alla DC, Rai2 al PSI e Rai3 al PCI. Sono poi cambiati i rapporti di forza con la presunta seconda repubblica e con i nuovi protagonisti della scena politica, ma la solfa non è cambiata. Comprensibile: il controllo della comunicazione equivale al controllo del potere. E’ pur vero, però, che, sui cartelli visibili nel servizio andato in onda, compaiono le sigle dei sindacati Usigrai e Snater, per cui potrebbe trattarsi di una guerra interna per il controllo dell’azienda: l’informazione e l’arte dovrebbero affrancarsi anche dalle manovre e dalle scelte sindacali. Ma forse- tentiamo di essere ottimisti- qualcosa si sta muovendo nel verso giusto. Se non altro, è un segnale importante o, per lo meno, utile.

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Ci viene spontaneo riandare col pensiero, quasi a mo’ di contraltare, all’imbarazzante libro dell’ancora Ministro della Sanità, Roberto Speranza (che riteniamo essere l’anello più debole dell’attuale governo) pubblicato intempestivamente alla ripresa della pandemia e ritirato dal commercio alla chetichella. E dove si può leggere questa perla: “Credo che dopo tanti anni controvento per la sinistra ci sia una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove”.
Qualcuno spieghi al ministro Speranza che la cultura non è di sinistra né di destra e che quando la politica invade la cultura, inevitabilmente la soffoca.
Abbiamo avuto, purtroppo, una lunga egemonia culturale della sinistra (cioè del PCI) e i danni provocati sono ancora tangibili (l’intellettuale di sinistra può essere considerato un personaggio goldoniano dei nostri tempi). Ma ci auguriamo che presto ne rimanga soltanto un pesante ricordo.

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