#264 - 30 maggio 2020
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Televisione

Televisione, gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

"Andrà tutto bene", è l’imbarazzante cantilena – di dubbio gusto - che ha accompagnato questi mesi virali: l’abbiamo vista, l’abbiamo letta, l’abbiamo sentita un po’ ovunque nei social, nei Tg, in qualunque servizio giornalistico che avesse per tema l’ineludibile, temibile argomento. Insomma, per dirla alla romana: a chi tocca nun se’ngrugna. Perché, nella realtà, a molti, a troppi è andata male, anzi malissimo. Ragion per cui il logorroico motto ha tutta l’aria di una presa per i fondelli.

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Fin dai tempi delle ancestrali e mitiche caverne, nei momenti di panico e di impotenza, l’uomo non lesina di ricorrere ad infantili orpelli apotropaici: dagli sconvenienti toccamenti subinguinali, ad oggetti magici di ogni risma, ad ossessive frasi talismaniche come, per l’appunto, "Andrà tutto bene".
Così come abbiamo anche notato - assisi nella nostra rassicurante postazione casalinga - orecchiando i discorsi dei numerosi esperti, dei passanti intervistati dai telegiornalisti, degli opinionisti,dei politici, l’emergere - quasi un epifenomeno della pandemia - di una nuova realtà antropologica, forse una classe sociale o addirittura un’etnia: Gli Ultimi.

Non è chi non veda (e non senta) che questi "Ultimi", sono oggi sulla bocca – e nella mente - di tutti: bisogna pensare agli Ultimi, non dimentichiamo gli Ultimi, occupiamoci degli Ultimi, bisogna parlare degli Ultimi. Manca in quest’epoca, purtroppo, un dissacrante Friedrich Nietzsche - il grande scrutatore di uomini - a disvelare, sotto la patina della pietà e della compassione pubblicamente esibite, l’impresentabile, l’inconfessabile sottosuolo, l’oscuro retroscena malcelato dalle policrome luci della ribalta.

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Sfogliando le pagine di Facebook ci è parso di leggere i sintomi di una nuova nevrosi che si sta diffondendo a macchia d’olio, dal nome frigido e asciutto: "5G".
La rapida sigla sta a indicare il sistema trasmissivo di quinta generazione per la telefonia mobile che, per motivi non proprio chiari, agli occhi di molti, appare maculato di tinte sulfuree, per non dire sataniche. Sarebbe, infatti, foriero di innumerevoli malattie e – a detta di svariati divulgatori di notizie proibite – sarebbe perfino all’origine del famigerato Coronavirus.
A nostro avviso queste persone - terrorizzanti e terrorizzate allo stesso tempo – dovrebbero chiedersi se per caso posseggano le conoscenze fisiche e biologiche necessarie e sufficienti a giustificare tutto questo allarmismo.
Frequenze prossime a quelle tipiche del 5G (700 MHz e 3600MHz) sono già in aria da molti anni e se il problema, come si dice, è causato da possibili interferenze onda-particella, questo dovrebbe coinvolgere tutta la telefonia cellulare a partire dal vecchio sistema TACS degli anni ’80.

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