Un appuntamento con il cinema di montagna: rassegna on line dei film della Cineteca del Club alpino italiano, in collaborazione con Sondrio Festival e Parco nazionale delle Stelvio
La Montagna in casa
di Eva Mari
Una sala cinematografica virtuale per vedere una selezione di film di montagna. Con "La montagna a casa" il Club alpino italiano porta l'alpinismo, la natura e molto altro nelle case di tutti gli italiani.
L'iniziativa - che si aggiunge alle altre già messe in campo dal Cai per mettere a disposizione gratuitamente contenuti di qualità per affrontare questa lunga emergenza - è realizzata in collaborazione con Sondrio Festival - Mostra internazionale dei documentari sui parchi - e con il Parco Nazionale dello Stelvio.
Lungometraggi, cortometraggi e documentari della rassegna fanno parte del catalogo della Cineteca del CAI e di quelli dei partner.
Un ringraziamento va a registi, produttori e distributori che hanno messo a disposizione gratuitamente film per questa iniziativa.
I film saranno a disposizione settimanalmente sul canale Youtube "CAI Club alpino italiano per un'unica proiezione serale alle ore 21, e per una successiva replica il giorno dopo alle 16.
Il Cai annuncerà ogni settimana i film in cartellone e i giorni di proiezione tramite i suoi canali ufficiali: gli interessati sono invitati quindi a seguire il sito cai.it, il notiziario on line loscarpone.cai.it e i profili Cai sui principali social network. La programmazione inizierà il 3 aprile e cesserà il 30 giugno, salvo eventuali proroghe.
Il primo titolo, "Solo in volo" di Luca Maspes (Italia, 2018, durata 31 minuti), messo in programma grazie alla collaborazione con la Fondazione Luigi Bombardieri, sarà visibile venerdì 3 aprile alle ore 21 a questo link e resterà poi eccezionalmente a disposizione di tutti sul canale Youtube del CAI.
Il film è il ritratto di Luigi Bombardieri: nato a Milano nel 1900, visse la sua vita a Sondrio, dove lavorava come direttore di banca. Trascorreva tutto il tempo libero fra i monti e la Sezione del Club alpino della sua città , a cui era a tal punto legato da lasciarle in eredità tutti i suoi beni. A lui si deve l'intuizione che solo l'utilizzo degli elicotteri avrebbe potuto fare la differenza fra la vita e la morte nei soccorsi in montagna. Grazie alle ardite imprese nel massiccio del Bernina con le Guide alpine e all'esperienza diretta, elaborava idee innovative per l'alpinismo e la frequentazione dell'alta quota. Morì nel 1957, proprio nel tentativo di sperimentare la sua idea, precipitando sotto il "suo" Rifugio Marinelli.
Mezzo secolo dopo, Maurizio Folini, Guida alpina e pilota di elicotteri, ha traghettato la stessa idea di Bombardieri dal gruppo del Bernina al Nepal, sulle montagne più alte del mondo, riuscendo a soccorrere alpinisti a quote record e aiutando la popolazione civile dopo il terremoto del 2015. I successi ottenuti spingono Folini a proseguire ancora oggi la sua opera di insegnamento delle tecniche di elisoccorso ai futuri piloti che opereranno in Himalaya, credendo fortemente nei valori di Bombardieri, da trasmettere ai giovani, e della montagna come scuola di carattere, di onestà , di solidarietà umana e di amore per la natura.
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