#258 - 7 marzo 2020
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Televisione

Televisione, gioia e dolore

Zapping

Frammenti semiseri di cronaca televisiva

di Luigi Capano

Non possiamo evitare di soffermarci sul protagonista del momento, il temibile coronavirus che svuota le città, mortifica il commercio e trasforma ogni contatto umano in un’unzione potenzialmente letale (torniamo al saluto romano, suggerisce Vittorio Feltri tra il serio e il faceto). Su quel parassita microbico che assume un aspetto regale (“coroniforme”) al cospetto del microscopio da laboratorio e che, a detta di certi medici, starebbe trascinando l’umanità sulla soglia della pandemia! Hai voglia a fare zapping! Ovunque, si intervistano medici e opinionisti che discettano di medicina, di sanità e di virus. Perché, da qualche settimana, i medici hanno fatto le scarpe agli chef stellati più o meno in tutti i ritrovi televisivi. Dove si è smesso di friggere e di spiattare e gli spazi un tempo dedicati ai sughi e al bollito ora sono zeppi di collegamenti con questo o quell’ospedale, di interviste a specialisti sanitari di ogni sorta. L’effetto degli spettacoli (come quello domenicale di Fazio) privi di pubblico in sala, trasmessi, in particolare, dagli studi milanesi è inatteso, straniante e per nulla rassicurante come tutto ciò che ci capita per la prima volta.

ZappingZappingZapping

A Quarta Repubblica, Nicola Porro intervista, in collegamento, sul fatidico argomento, il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti che spiega: “ Senza la paura non potremmo vivere perché essa è un ottimo meccanismo di difesa. Nel caso del coronavirus proviamo angoscia e questa, a differenza della paura, non ha un oggetto determinato: il coronavirus può venirmi da chiunque e in qualsiasi luogo. Proprio questa indeterminatezza determina l’angoscia”. Quindi Galimberti indugia sul nostro pessimo rapporto con la morte che un tempo- ci ricorda - a causa delle guerre e delle pestilenze era qualcosa di molto familiare. Mentre oggi- spiega - “come si mette in circolo la possibilità di morte ci spaventiamo tutti e allora diamo un’importanza enorme a tutto ciò che può essere una strada verso il morire. Perché abbiamo dimenticato che in fondo non è che moriamo perché ci ammaliamo ma ci ammaliamo perché fondamentalmente dobbiamo morire”. Mormorii in sala, Porro ironizza nervosamente: il filosofo ha colto nel segno e accenna una risata. In fondo a che serve la televisione, con il suo volume sonoro regolabile a piacere, se non a distrarci da qualcosa di basicamente ineffabile col razionale pretesto dell’informazione, e a regalarci l’illusione di poter passare ad libitum dallo spettacolo alla tragedia e viceversa, con un semplice, puerile gioco del telecomando? Ma i virus, creature elementari, nulla sanno dei nostri telecomandi e delle nostre lambiccate elucubrazioni apotropaiche.

AAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo giornale no-profit realizzato da un gruppo di amici che volontariamente sentono la necessit di rendere noti i fatti, gli avvenimenti, le circostanze, i luoghi... riferiti alla natura e all'ambiente, alle arti, agli animali, alla solidariet tra singoli e le comunit, a tutte le attualit... in specie quelle trascurate, sottovalutate o ignorate dalla grande stampa. Il giornale non contiene pubblicit e non riceve finanziamenti; nessuno dei collaboratori percepisce compensi per le prestazioni frutto di volontariato. Le opinioni espressi negli articoli appartengono ai singoli autori, dei quali si rispetta la libert di giudizio (e di pensiero) lasciandoli responsabili dei loro scritti. Le foto utilizzate sono in parte tratte da FB o Internet ritenute libere; se portatrici di diritti saranno rimosse immediatamente su richiesta dell'autore.