Una iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di La Spezia
In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani
Freedom Fighters
l'intervista a Federico Moro, direttore esecutivo del
Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe
di Elena Marchini
In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani promulgata dall'ONU per il 10 dicembre, segnaliamo la mostra Freedom Fighters in corso presso la Fondazione della Cassa di Risparmio de La Spezia, visitabile fino al 18 gennaio.
La mostra è un progetto del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights e propone una serie di foto che raccontano la storia del movimento per i diritti civili nato negli anni 60’ in America.
Federico Moro, direttore esecutivo del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe così ha risposto alle nostre domande.
La Fondazione ospita la mostra Freedom Fighters, i Kennedy e la battaglia per i diritti civili, può raccontarci brevemente di cosa si tratta?
La mostra rappresenta uno degli obiettivi del Kennedy Center, cioè mantenere in vita l’eredità culturale di Robert Kennedy; in questo caso la mostra ripercorre le tappe fondamentali del movimento dei diritti civili in America, dalla dichiarazione d’indipendenza sino al 1954, anno in cui ricade il 50esimo anniversario della firma del Civil Rights Act, l’atto che pose fine, almeno dal punto di vista giuridico, alle discriminazione razziali negli Stati Uniti. La mostra che si potrà visitare alla Spezia racconta di quegli anni, di come alcuni attivisti si siano impegnati per porre fine alle discriminazione. Freedom Fighters è stata curata da Fondazione Fotografia e da Contrasto e propone immagini di grandi agenzie e di grandi fotografi, come Erwitt che è l’autore di una immagine iconica: quella del lavabo per bianchi, pulito e in ordine, e quello destinato ai “colored”, pieno di incrostazioni e i tubi in vista.
Può spiegarci quali sono gli obiettivi del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights?
Il Robert F. Kennedy Center nasce nel 1968 all’indomani dell’assassinio di Robert Kennedy per continuare la sua eredità ideologica e culturale nell’ambito dei diritti civili e umani. Robert Kennedy si batté contro ogni forma di discriminazione razziale, contro ogni forma di emarginazione, e contro le violazioni dei diritti dell’uomo. I giornalisti che seguirono la sua campagna elettorale, i famigliari e gli amici più stretti decisero di istituire una fondazione che ricordasse la memoria di Robert Kennedy, inoltre da ormai diversi anni, la Fondazione Kennedy è impegnata nella difesa dei diritti umani con progetti educativi in vari paesi del mondo.
In Italia, in particolare, la Fondazione Kennedy quali attività promuove e a chi sono rivolte?
La Fondazione Kennedy arriva in Italia nel 2005, unica sede della Fondazione fuori dagli Stati Uniti. La sua attività più importante sono progetti educativi sui diritti umani. Il manuale educativo Speak truth to power è stato pensato per gli studenti delle scuole superiori. I ragazzi non devono imparare a memoria i 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti universali, ma possono imparare ad applicarli. I progetti sono quindi strumenti di partecipazione attiva che permettono di capire cosa sono i diritti umani, e come ognuno di noi può fare qualcosa per cambiare le situazione di alcune violazioni molto gravi. Inoltre nella sede di Firenze, nello spazio dell’ex carcere delle Murate, facciamo anche formazione per gli attivisti, cioè persone che in tutto il mondo si battono per la difesa dei diritti civili e degli individui.
La mostra sarà sicuramente visitata da molte scuole, quanto consapevolezza hanno i ragazzi a proposito di diritti umani?
La consapevolezza dei diritti umani è molto alta, perché i diritti umani non sono più argomento tabù, ma da qualche anno sono argomento di discussione in molte scuole. Oltre alla Fondazione Kennedy, ci sono molte altre organizzazione che fanno formazione su temi come violenza domestica, stalking, traffico di esseri umani, schiavitù infantile. Forse molti studenti sono convinti che le violazioni avvengano in luoghi lontani, purtroppo le statistiche, e le storie che leggiamo tutti i giorni sui giornali, ci dicono che molte violazioni dei diritti, accadono ogni giorno nelle nostre città.
A questo proposito, come si colloca il nostro paese in tema di rispetto dei diritti umani?
Il nostro paese ha gravissime violazioni dei diritti umani e civili, basti ricordare i dati drammatici sulla violenza contro le donne. In Italia manca quel senso civico, tipico degli Stati Uniti, verso la comunità; anche in Italia in caso di una violenza tutta la comunità dovrebbe fare qualcosa, invece purtroppo molto spesso si chiudono gli occhi e si va avanti.
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