Marte
di Giuseppe Sanchioni
Finalmente la NASA ha annunciato che dalla fine di maggio e fino alla fine di settembre di quest’anno è possibile prenotarsi per andare su Marte. La partenza è prevista per luglio 2020 e l’arrivo intorno a febbraio 2021, scioperi permettendo.
Sembrerebbe una battuta dovuta all’improvviso caldo estivo ed invece analizzandola bene c’è di più.
Intanto è prevista l’iscrizione automatica ad una specie di punti fedeltà tipo Millemiglia e, considerando che la distanza media Terra – Marte è di circa 225 milioni di chilometri che convertiti fa circa 140 milioni di miglia, se le trasferiamo su Alitalia dovremmo viaggiare gratis per secoli, anche se nel frattempo ci sarebbe un nuovo fallimento della compagnia. Chissà , magari si potrebbero convertire in punti per gli sconti di Panorama.
Ci sono però alcune difficoltà da considerare seriamente in vista della partenza.
L’articolo non dice nulla riguardo ad un eventuale visto per Marte, forse non necessario perché si rimane nello stesso sistema solare o anche perché non si sa dove chiederlo. Anche se il rischio è che lo chiedano a pagamento subito prima di atterrare. Invece sicuramente si dovrà chiedere il visto per gli Stati Uniti, che sono sullo stesso pianeta Terra ma c’è lo scalo in Florida, quindi pensiamoci in tempo.
Non sono riuscito a saperne di più sul tempo atteso in febbraio nel cratere di Jezero, cioè nel punto di ammartaggio, per cui sarebbe bene prevedere un abbigliamento vario con capi caldi di lana per la sera ma anche capi freschi di cotone per il giorno. Scarpe leggere e comode perché ci sarà da camminare e dalle ultime fotografie del pianeta le strade non mi sembrano agevoli. Certo per chi come me abituato a camminare per Roma non sarà un problema.
Se volete telefonare ricordatevi di fare la tariffa a minuti illimitati verso tutti perché occorrono circa 20 minuti prima che le onde radio coprano la distanza e quindi anche solo avvisare dell’arrivo potrebbe scaricare la SIM prepagata con la tariffa a tempo.
Però, pensate che bella vacanza! Forse un po’ costosa, ma neanche tanto rispetto a Fregene di domenica d’agosto con il parcheggio, l’entrata, l’ombrellone, il lettino ed il ristorante. Così lontana, milioni di chilometri, ma in termini di tempo è lo stesso che tornare da Ostia la domenica sera d’estate.
E soprattutto senza il campionato di calcio e la sua VAR, i vincoli di bilancio e il 3 percento, la Commissione Europea e i suoi avvertimenti, i minibot e le loro polemiche, la nostra eterna campagna elettorale, i talk show dei parolai, le corna del grande fratello e le prove idiote dell’isola dei famosi. Il massimo del relax.
Chissà poi quanti vorrebbero rimanere lassù, terrestri in fuga!