#235 - 2 febbraio 2019
AAAAA ATTENZIONE questo numero resterà in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascerà il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore è già  in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore è la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore supererà  l'amore per il potere, sia avrà  la pace (J. Hendrix)
Teatro

Roma - Teatro Vascello

Quel copione di Shakespeare

Le novelle italiane che hanno ispirato il grande drammaturgo inglese

di Eva Mari

William Shakespeare ha copiato alcuni suoi capolavori dalle novelle italiane?
Ovviamente, copiato, è una provocazione, ma non troppo campata in aria.
I suoi colleghi del tempo lo accusavano esattamente di questo: copiava da tutti.
Shakespeare conosceva molte bene le novelle italiane perché furono tradotte in inglese sin dal XIV secolo.
E allora, la vera provocazione è: perché non andiamo a scoprire le fonti da cui Shakespeare aveva copiato?
Perché non fare in teatro delle letture espressive delle novelle del Bandello, Giraldi Cinzio, Straparola, Da Porto, Giovanni Fiorentino, Masuccio Salernitano e naturalmente Boccaccio?

Quel copione di ShakespeareQuel copione di Shakespeare

Per "lettura espressiva" intendiamo riferirci a quella "letteratura espressiva" ricca di modi di dire, idiotismi, proverbi popolari, terminologia e sintassi che corredavano la scrittura dei più grandi novellieri italiani rendendola viva e "realistica". E il maestro di tutti, si sa, fu Boccaccio. Tradotto in lettura espressiva vuol dire grande libertà teatrale, fantasia recitativa, comunicazione diretta di emozioni e sentimenti che vivissimi fuoriescono da quei testi.
In conclusione: Un'ora di lettura, lezione, aneddotica, teatralità nello spirito e nello stile affabulatorio di Vittorio Viviani.

Vittorio Viviani interpreta e commenta le novelle italiane da cui Shakespeare ha tratto molte delle sue opere, dimostrando che il grande bardo è un copione…! Che conosceva bene i nostri novellieri, da Bandello a Boccaccio, da Giovanni Fiorentino a Straparola a Giraldi Cinzio, e che, forse, di nascosto li leggeva in italiano! Viviani accompagna il pubblico in esaltanti racconti, divertenti ed emozionanti; ricchi di sentimenti e passioni che esaltano il realismo espressivo e la preziosa raffinatezza delle novelle italiane.
Attraverso la riscoperta di quella lingua vivida, espressivistica, teatrale, moderna dei nostri novellieri. E comunque, anche per riconoscere la grandezza di quel copione di Shakespeare.
Un reading di grande teatralità, di digressioni e di aneddotica, nello spirito e nello stile affabulatorio di Vittorio Viviani.

Dopo aver ascoltato:
"La sfortunata morte di Dui Infelicissimi amanti" (Giulietta e Romeo - M. Bandello),
"Per un pugno di dollari Per un pugno di ducati (Mercante di Venezia - G. Fiorentino);
"L'amante nello scrigno" (Le allegre comari di Windsor - G. F. Straparola);
"La mossa dell'alfiere" (Otello - G. B. Giraldi Cinzio);

Quel copione di ShakespeareQuel copione di Shakespeare

Si continua con:
"Due pesi due misure" (Misura per misura - G. B. Giraldi Cinzio) 7 febbraio; "I due gemelli marchigiani (La dodicesima notte - M. Bandello) 14 febbraio;
"Amare a pezzi" (Tito Andronico - M. Bandello) 21 febbraio;
"Apertura al buio" (Tutto è bene quel che finisce bene - G. Boccaccio) 28 febbraio;
"La incontrai per caso a Messina" (Molto rumore per nulla - M. Bandello) 7 marzo; "La buona, Il Brutto il cattivo" (Cimbelino - G. Boccaccio) 14 marzo.

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