Zapping
frammenti semiseri di cronaca televisiva
di Luigi Capano
A PresaDiretta si parla di omeopatia. Il programma di approfondimento giornalistico di RAI 3 condotto da Riccardo Iacona - giunto ormai, per quest’anno, alle ultime puntate - dedica un lungo servizio all’annosa disputa tra la medicina omeopatica e la cosiddetta medicina ufficiale. A detrimento della prima si tira in ballo l’effetto placebo, la mancanza di molecole attive nei preparati causata dalle ripetute diluizioni, la curiosa empirìa della dinamizzazione o succussione che dir si voglia.
Posto che, per nostra esperienza personale, le terapie proposte dalle due prassi mediche alle volte si dimostrano efficaci, a volte un po’ meno, a volte per niente, ciò che è emerso dal programma, con nostro preoccupato sconcerto, è che gli omeopati – per lo meno quelli intervistati per l’occasione – affermano di non sapere quello che fanno né perché lo fanno. Alle domande insistenti e indagatrici del cronista qualcuno si schermisce affermando che non spetta a lui trovare spiegazioni, spetta alla scienza (la parola magica per antonomasia dei nostri tempi): insomma lui può solo affermare che l’omeopatia funziona, ma sta ad altri scoprire perché.
Un atteggiamento “sciamanico” che non è estraneo però neanche alla medicina “ordinaria”: di recente in un noto ospedale romano, abbiamo udito con le nostre indulgenti orecchie uno stimato specialista, infastidito dalle domande rivoltegli e dai dubbi palesati, dichiarare piccato: “Io sono il medico e voi i pazienti, ricordatevelo”. Alla luce dei vigenti paradigmi scientifici appare evidente che gli omeopati – che tali paradigmi mostrano di accettare in toto, perlomeno coloro che volentieri si espongono nella vetrina mediatica – saranno sempre costretti a inseguire – come condannati al mitico supplizio di Tantalo- un’irraggiungibile patente di credibilità.
Ma la settimana televisiva è stata, ovviamente, segnata dai noiosi postumi delle elezioni. E lo zapping ci porta, senza scampo, a scorazzare negli svariati salotti politici agitati da comizi post-elettorali, rimproveri, mea culpa, pistolotti, rassicurazioni, dubbi, compiacimenti, ubbìe eccetera. Salvini e Di Maio cantano vittoria; Renzi, invecchiato anzitempo, nuovamente pasticcia e questa volta ci lascia le penne; Berlusconi, dimidiato dalla sua ineleggibilità, segna il passo.
E immaginiamo, saltando sul canale eterico della fantasia, appena appena sbrigliata, il Presidente Mattarella, pensoso e accigliato, misurare a grandi passi una vetusta, luccicante stanza del Palazzo del Quirinale.