#188 - 25 marzo 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterà  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerà  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchè (Mark Twain) "L'istruzione è l'arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchè i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltà  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensì nella capacità  di assistere, accogliere, curare i più deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltà  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Arte

Ha anticipato pioneristicamente Andy Wharol e la Pop Art americana.

Balla e la Pop Art

di Luigi Capano

Balla e la Pop ArtBalla e la Pop Art

Nel vecchio quartiere ebraico della Capitale una piccola e annosa piazza, raccolta alle spalle della grande Sinagoga, accoglie i nostri passi col calore e la deferenza di una nobildonna di antica schiatta.
La nostra meta è la piccola mostra "Balla Dipinse" dedicata alla produzione figurativa di Giacomo Balla (Torino, 1871- Roma, 1958) ospitata al pianterreno del quattrocentesco Palazzo Boccapaduli - Galleria Simone Aleandri, Piazza Costaguti Roma, fino al 1° aprile.
Balla dipinse - Paesaggi e figure dal 1907 al 1956 a cura di Fabio Benzi.

Balla e la Pop ArtBalla e la Pop Art

Uno dei due giganti della pittura futurista – così lo definiva Luigi Tallarico nell’ormai classico Verifica del Futurismo (l’altro è, ovviamente, Boccioni) – che non disdegnò mai l’indagine figurativa neanche durante la fase avanguardistica delle velocità astratte e delle compenetrazioni iridescenti, seguita alla breve esperienza divisionistica in compagnia di Sironi, Severini e Boccioni.
Indagine che ebbe uno slancio a partire dal ’35 (circa) quando Balla sembrò allontanarsi dai canoni futuristi, e che fu, talvolta, irrorata da una sensibile vena misterica per via dell’adesione alla Società Teosofica (adesione risalente con tutta probabilità alla seconda decade del ‘900) e, in particolare, dei rapporti con il generale Carlo Ballatore che presiedeva il circolo romano dell’organizzazione (secondo la testimonianza di Elica Balla).

Balla e la Pop ArtBalla e la Pop Art

Quel periodo detto post-futurista, in cui prevale decisamente la pittura realistica ed in cui viene spesso ravvisata un involuzione del talento dell’artista geniale che propugnò con Depero la ricostruzione futurista dell’universo (il manifesto è del 1915) portando l’estetica futurista a coinvolgere ogni aspetto della vita quotidiana, è ora riesaminato e reinterpretato in modo originale da Fabio Benzi nel testo critico pubblicato nel catalogo.
Le arti applicate e la moda sono sempre state al centro dell’azione estetica dell’artista torinese e l’attenzione rivolta alle immagini cinematografiche – pitture viventi – e pubblicitarie, alle fotografie di moda e di attualità dei rotocalchi, rappresenterebbe un tentativo ulteriore e moderno di ricondurre ancora una volta nella sfera dell’arte anche quegli aspetti della vita solitamente assegnati all’intrattenimento e allo svago, anticipando pioneristicamente Andy Wharol e la Pop Art americana.

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