Sharaz-de
di Giada Gentili
Trasposizione a fumetti delle vicende de Le mille e una notte di Sergio Toppi per la rivista "alter alter". Le storie sono tutte di ambientazione orientale e sono accomunate dal fatto di essere narrate dalla principessa Sharaz-de al sovrano Shahriyar per cercare di impedirgli di giustiziare le sue giovani spose.
Toppi riprende l’idea base di Sharaz-de che si presenta al sovrano per chiedere di essere la sua prossima sposa, cercare di renderlo 'schiavo' delle sue storie e della sua capacità di incantare con il suo modo di raccontare facendo differire indefinitamente il momento della sua morte.
Così avviene ed il re rinvia di continuo l’esecuzione della fanciulla per poter ascoltare ogni notte nuove storie.
L’importanza della fantasia, di avere qualcosa da narrare e soprattutto di saperlo raccontare è quindi, fondamentalmente, il sottile filo rosso che collega queste fiabe quasi per adulti, fiabe che parlano di omicidi, barbarie, teste mozzate issate su picche, sete di sangue e vendetta ma anche di saggezza, giustizia e clemenza.
Qui entra in scena Toppi; chi meglio di lui sa raccontare atmosfere magiche e mondi fiabeschi e mitologici.
E chi meglio di lui sa usare tutti i mezzi per farlo, un mezzo grafico che non ha certo bisogno di presentazioni, unico ed inimitabile per la particolarità e l’eleganza del tratto più simile ad un cesellatore che ad un disegnatore di fumetti, ma anche un metro espressivo che gli consente di ricreare atmosfere e immagini col suono di parole scelte con cura e combinate con passione per ricreare da sole atmosfere mitiche e struggenti.
Le storie delle Mille e una notte dovrebbero essere tutte di ambientazione molto antica e Toppi tiene conto di questo nella realizzazione delle tavole, con una rappresentazione del mondo orientale brullo, scarno, composto da deserti di pietra e sabbia e sporadici palazzi, molto lontano quindi dall’iconografia classica dell’oriente immerso nel lusso e nello sfarzo, ridondante di splendidi palazzi e notti magiche; nessun tappeto o lampada magica e anche se non mancano geni e demoni il vero protagonista delle storie è l’uomo nelle sue diverse qualità : giusto, malvagio, corrotto, sapiente.
Un mondo e delle vicende narrate trattate in maniera realistica, vere e vive quindi e stranamente in queste storie che dovrebbero avere echi fiabeschi e mitologici Toppi è, inizialmente, più lontano da quel mondo che saprà in futuro ricreare anche partendo da spunti del banale e del quotidiano. Salvo poi allontanarsene man mano e addentrarsi col passare delle storie in mondi sempre meno noti e in atmosfere oniriche e fiabesche.
La forza immaginifica di Toppi trabocca dai suoi soggetti, tutti desunti, estrapolati dalla realtà ; perfino l’aspetto dei demoni e dei mostri sottende a volti e animali reali. Eppure la loro collocazione geometrica nella pagina, la loro particolare espressione, le loro dimensioni inconsuete o l’aggiunta di un piccolo dettaglio li trasformano in icone fantastiche, chimere terrificanti. La completa padronanza del bianco e del nero così come del colore, della luce e dell’ombra, producono un’esperienza estetica unica e amplificano il messaggio più intimo e poetico di Le Mille e una Notte: la letteratura come baluardo e antidoto contro la morte.
E' da quest'ultima frase che riparto e chiudo: ma non un baluardo solo contro la morte ma contro tutto il mondo che ci viene imposto dalle varie Commissioni, dai Governi, dai Poteri, da un branco di ladri ....di vita. Il Potere ci ruba, appunto, la cosa più preziosa e chi osa ingaggiare una scaramuccia contro questi visibilissimi signori, viene tacciato di incompetenti, di essere "peggiori del peggio". Tanto vale, si dice, convivere con i ladroni di turno per non rischiare il poco ma sicuro che ci permette di vivacchiare nelle nostre torri d'avorio. Auguri.