#187 - 18 marzo 2017
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero rester in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascer il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, pu durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni pi importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perch (Mark Twain) "L'istruzione l'arma pi potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perch i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civilt di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bens nella capacit di assistere, accogliere, curare i pi deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civilt di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosit, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Arte

Dal 24 marzo al 25 giugno

Museo Lia - La Spezia

L'elogio della bellezza

Una mostra per celebrare i 20 anni del Museo Lia.

di Elena Marchini

La mostra “L’elogio della bellezza: 20 capolavori, 20 musei, per i 20 anni del Lia” promossa da Comune della Spezia in collaborazione con la Fondazione e con il contributo di Crédit Agricole Carispezia, intende onorare la memoria di Amedeo Lia facendo convergere nel museo a lui dedicato venti capolavori aggiuntivi, uno per ogni anno del ventennale, offerti per questo “omaggio collettivo” da un diverso museo che con il Museo Lia ha avuto rapporti scientifici e di scambio.

L'elogio della bellezza

Come ha affermato il presidente della Fondazione, Matteo Melley, durante la conferenza stampa di presentazione L’elogio della bellezza offre “l’occasione per ricordare ancora una volta lo straordinario esempio di mecenatismo di Amedeo Lia che ha contribuito ad avviare lo sviluppo culturale della città, cui hanno fatto seguito gesti analoghi da parte di altre figure di collezionisti spezzini.
Tali iniziative hanno dato il via ad una stagione fertile, che tuttavia non sembra aver prodotto ancora tutti i suoi frutti. Ci auguriamo quindi che con questa nuova esposizione si ritrovi lo stimolo per rimettere al centro l’investimento culturale come fattore di crescita per il nostro territorio, raccogliendo a pieno la sfida che quella generosa donazione ha lanciato a tutti noi”.

L'elogio della bellezza

Il direttore del Museo Lia, Andrea Marmori, curatore della mostra insieme a Francesca Giorgi, ci ha raccontato la storia del Museo e l’importanza di questa esposizione che sarà inaugurata il prossimo 24 marzo e resterà visibile fino al 25 giugno.

  • Può ricordarci brevemente la peculiarità della nascita del Museo Lia?

Il Museo Lia nasce grazie alla donazione che l’ingegnere Amedeo Lia fece al Comune della Spezia; l’accordo fu concluso con l’allora sindaco Lucio Rosaia nel 1995 e, in tempi rapidissimi per progetti di questo tipo, si arrivò all’inaugurazione del Museo nel dicembre del 1996. La peculiarità del Museo consta sicuramente nel felice incontro tra pubblico e privato e propone una collezione di opere di altissima levatura, con dipinti, sculture, miniature, cristalli, oreficerie. Più di 1000 opere messe a disposizione della comunità dall’ingegnere Lia e dalla sua famiglia. Una collezione che definisco abitualmente “semplicemente bella”.

L'elogio della bellezzaL'elogio della bellezza

  • Quali sono gli artisti più conosciuti che il Museo Lia propone ai visitatori?

Il visitatore può essere attratto in maniera convincente dalla sezione pittura, dove si possono ammirare artisti come Tiziano o Tintoretto, nomi che sono percepiti immediatamente dal pubblico. Nel Museo si trovano però anche interessanti reperti archeologici databili dal V – IV secolo a.C sino a oggetti del XVIII secolo. Il Museo copre un arco temporale molto ampio, in cui la sezione dipinti a partire dai pezzi trecenteschi sino ad arrivare ai lavori del Settecento, o i fondi oro cioè i dipinti prerinascimentali, rappresenta una sezione di estrema importanza per il Museo e di sicuro interesse per i visitatori.

_ Qual è il messaggio della mostra “L’elogio della bellezza” organizzata per il ventennale del Museo?

La mostra vuole raccogliere i frutti del lavoro svolto fino ad oggi: il Museo Lia, infatti, in questi 20 anni ha avuto rapporti di scambio, di prestito, di approfondimento scientifico con numerosi musei italiani e stranieri. Abbiamo perciò coinvolto i direttori dei musei con cui abbiamo lavorato ed a ogni collega abbiamo chiesto un’opera che potesse divenire, seppur provvisoriamente, parte del percorso museale.

L'elogio della bellezza

  • Che tipo di opere avete scelto di proporre, e come sono state selezionate?

Abbiamo voluto integrare la mostra esistente, mettendo a confronto, per tipologia e per epoca, autori e opere che Amedeo Lia avrebbe voluto nella sua collezione, come Bernini, El Greco. In altri casi abbiamo scelto di appaiare per assonanza alcune opere, come per il dipinto del Pontormo in nostro possesso che affiancheremo a un disegno-autoritratto proveniente dal Museo Horne di Firenze. “L’elogio della bellezza” propone dunque venti opere che integrano il percorso abituale del Museo, in un dialogo e in sintonia con la collezione museale.

L'elogio della bellezzaL'elogio della bellezza

  • Sarà quindi un’opportunità per poter ammirare opere non facilmente fruibili?

Sono stati coinvolti musei come il Staedelsches Kunstinstitut di Francoforte, il Gemäldegalerie di Berlino, che offre una crocifissione di Annibale Carracci, il Thyssen-Bornemisza di Madrid con un olio di El Greco, o il Musee Jacquemart-Andre di Parigi, che propone una natura morta sublime di un’intimità profonda, oltre grandi musei italiani. Sarà quindi l’occasione per trovare un compendio di piccoli grandi capolavori, concentrati alla Spezia. Opere, come dice il titolo, di profonda bellezza.

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