lungo i sentieri della conoscenza
La progettazione sociale
oggi - domani
intervista con il professor Giorgio Sordelli
di Elena Marchini
- Iniziamo dall’ABC, cosa significa progettazione sociale?
La progettazione ha a che fare con il senso del progettare, cioè pensare oggi qualcosa che dovrà accadere domani; ha quindi a che fare con il futuro e implica un cambiamento. Alla base di qualsiasi progetto c’è l’idea di cambiamento e di miglioramento. Dire sociale significa semplicemente aggiungere qualcosa sul contenuto del progettare: cioè ci si occupa di cose che hanno a che fare la socialità nel suo insieme. La progettazione sociale può comprendere quindi l’arte, l’ambiente, le povertà , la sanità .
- In questi anni ha avuto modo di valutare e leggere tanti progetti, quali sono i punti di forza di un buon progetto sociale?
Innanzittutto l’obiettivo di un progetto deve essere chiaro, semplice e realizzabile. Dico sempre che un buon progetto non deve avere un bell’obiettivo, ma deve avere un obiettivo raggiungibile, perché un progetto non è un’utopia. Il secondo punto è la coerenza tra obiettivo, azioni e budget, un buon progetto deve essere armonico, le parti devono essere equilibrate, le azioni devono essere coerenti e congruenti con l’obiettivo. Troppo spesso ho letto progetti con obiettivi enormi e azioni sottodimensionate. E poi il budget, che spesso non ha attinenza con il costo delle azioni proposte nel progetto. Riassumendo l’obiettivo è il dove va un progetto, le azione sono il come e il budget è quanto mi costano le azioni per andare nella direzione stabilita, questi tre aspetti devono essere tra di loro armonici.
- Quali sono, invece, gli errori che riscontra con più frequenza nei progetti?
Belle idee ma irraggiungibili. Altro punto di debolezza che ho riscontrato è la scrittura dei progetti, che spesso non tiene conto di chi legge, dando per scontate informazioni talvolta fondamentali.
- Sempre più spesso nei bandi è richiesta, dopo un primo periodo, l’auto-sostenibilità nel tempo del progetto; come può auto-sostenersi un progetto sociale?
Questo è il problema più grande. Chi lavora in ambito sociale sa che non è così semplice auto-sostenere un progetto nel tempo. I progetti sociali possono essere raccolti in tre macro aree, quelli che hanno una sostenibilità economica autonoma, perché possono mettere il servizio che offrono sul mercato; ci sono poi quei progetti che hanno bisogno di una continuità data da terzi per una certo periodo; e infine ci sono quei progetti per cui non è necessaria una continuità nel tempo.
- Altra richiesta che viene fatta spesso nei bandi è che più soggetti si mettano in rete; perché si privilegia il lavoro in rete?
La rete ha un valore altissimo perché significa mettere insieme punti di vista e competenze diverse, ogni soggetto porta una specificità che dà valore al progetto. Sicuramente mettersi in rete è faticoso, e soprattutto nella fase iniziale richiede molto tempo, impegno e anche formazione.
L’idea è quella di piccole riflessioni a tappe – scritte con un linguaggio semplice – che possano aiutare a pensare in modo progettuale.