#180 - 21 gennaio 2017
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Cinema

Museo Interattivo del Cinema

Onora il figlio

Undicesimo comandamento

Cine-seminario con la psicoanalisi

di Federica Fasciolo

Presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema in programma Onora il figlio. L'undicesimo comandamento - Cine-seminario con la psicoanalisi, un ciclo di film selezionati da Glauco Maria Genga con la Società Amici del pensiero “S. Freud”.

Da gennaio ad aprile verranno presentati 4 titoli molto diversi tra loro e imperniati su un unico tema, il passaggio generazionale. Il titolo ricapitola il decalogo più noto della storia dell’umanità.
Chi non onora un figlio (figlia compresa) lo ammala, mostrando così di essere egli stesso malato.
Questo argomento sarà affrontato privilegiando l’apporto di Freud, l’unico pensatore moderno che abbia indagato a 360 gradi il tema del padre, partendo dal rendere nuovamente pensabile che cosa significhi essere figlio e figlia.
Giacomo B. Contri ha raccolto e perfezionato tale ricerca: esiste passaggio tra padre e figlio laddove il rapporto volge al profitto. È questo il test dell'amore.

Onora il figlio

26 gennaio
Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani
Storia del bidello, Orazio, che perde la moglie durante il parto di suo figlio, il quale diventerà l'unico scopo nella vita del pover'uomo. Orazio Belli (Fabrizi) è il bidello del liceo classico Visconti, il più antico e prestigioso di Roma. Rimasto vedovo con il figlio ancora in fasce, gli dedica tutta la propria vita, spingendolo a farsi una posizione: “per fargli avere la cattedra di latino nel suo liceo, è disposto a far carte false, ma l’intransigenza del figlio non gli permetterà di godere di questo piccolo trionfo” (Mereghetti). Ripercorrendo vent’anni di storia italiana a partire dall’ascesa al potere del fascismo, Castellani - che diede vita al filone del “neorealismo rosa” - offre in questo film poco noto “una sapiente miscela di comico e patetico” (Morandini). E’ il ritratto di un tipo di ambizione paterna, votata all’insuccesso perché appesantita dall’ingenua ricerca del riscatto sociale. L’idealizzazione della Cultura (con la C maiuscola) impedisce la riuscita del passaggio generazionale. Il film diverte e commuove fino all’ultima scena, che lascia lo spettatore con un interrogativo assai rilevante.
Dopo il film si terrà un incontro tenuto da Glauco Maria Genga e dal critico cinematografico Paolo Mereghetti.

Onora il figlio

23 febbraio La gatta sul tetto che scotta di R. Brooks, (1958)
“Un autoritario barone terriero del Mississippi malato di cancro festeggia il 65° compleanno insoddisfatto dei due figli, uno dei quali è un avido bruto e l’altro un ex-atleta nevrotico che rifiuta di dormire con la bella moglie” (Morandini). Il regista, coautore della sceneggiatura, adatta per lo schermo una pièce teatrale di Tennessee Williams, facendone un dramma familiare imperniato sullo “scontro generazionale e catarsi collettiva” (Mereghetti). Recitato in maniera perfetta, ebbe un grande successo anche se, a fronte di sei nomination, non vinse nessun Oscar. Memorabili le scene in cui la Taylor cerca di sedurre il marito renitente (per la cronaca: il film contribuì - con ragione - al lancio della sottoveste, che si andava affermando in quegli anni). Tra i dialoghi, spicca la confessione finale del padre circa il rapporto con il proprio padre (“amavo quel vagabondo”), che racchiude la cifra dell’intera storia, tutta imperniata sulla capacità del figlio di raccogliere in modo personale l’eredità paterna.

Onora il figlio

23 marzo
Shine di S. Hicks, (1996)
“Schiacciato dal padre che lo vuole musicista di successo, il giovane David Helfgott intraprende lo studio del pianoforte con un’ossessione che lo porterà al collasso nervoso e all’internamento psichiatrico…”. Troverà infine una via di uscita, nonché una “sistemazione” della sua patologia, nel matrimonio con l’astrologa Gillian Murray. Un biopic di successo, alla cui realizzazione hanno collaborato gli stessi coniugi Helfgott (i brani musicali sono eseguiti dal celebre pianista). G. Rush ha ottenuto l’Oscar come migliore attore protagonista. La drammatica sequenza in cui David crolla suonando il concerto n. 3 di Rachmaninov fa pensare alla scena in cui Giacomo Leopardi, nel recente Il giovane favoloso di Martone, crolla sulle “sudate carte”. Tuttavia il padre di Helfgott impersona una specie diversa di cattiveria rispetto al conte Monaldo. Infatti egli mente, allorché dichiara di volere l’eccellenza (shine) del figlio: non di ambizione si tratta ma di imperativo superegoico (shine!).

Onora il figlio

20 aprile
Renoir di **G. Bourdos***, (2012)
Il film, presentato a Cannes nel 2012 e non ancora distribuito in Italia, è stato proiettato al MIC nel febbraio 2016. La giovane Andrée Heuschling (nome d’arte: Catherine Hessling), fu l’ultima modella di Pierre-Auguste Renoir, nonché prima attrice e moglie del grande regista Jean Renoir, secondogenito del pittore. Appena quindicenne all’epoca dei fatti narrati (1915), ella si trovò al centro del legame tra padre e figlio, in un momento storico assai drammatico, poco dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. Una storia preziosa quanto rara, in cui padre e figlio realizzano un rapporto che si mostrerà solido nonostante gli scontri e il trasporto per la medesima donna. Ma è anche la storia di una eredità riuscita “a babbo vivo”: il passaggio dalla grande pittura di fine ‘800 alla cinematografia che nasceva in quegli anni. Bravissimi gli interpreti: dal vecchio Bouquet (Renoir malato, riverito e sofferente), alla bella Theret (un’Andrée che affascina fin dall’inizio del film, ancor prima che si spogli per posare) e al giovane Rottiers, perfettamente a suo agio nei panni di Jean.

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      Margherita Giusti Hazon      ufficiostampa@cinetecamilano.it
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