#164 - 29 agosto 2016
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Arte

Giocolerie sinestetiche

Galleria d'arte Valentina Bonomo - Roma

Brian Eno: Light Music

di Luigi Capano

Brian Eno (Woodbridge, 1948) è musicista di gran vaglia.
Polistrumentista, compositore oltre che produttore discografico, ha sperimentato vari generi musicali dal jazz al rock, alla ambient music fino a dar vita alla generative music – termine di ispirazione chomskyana con cui il musicista britannico allude ad una musica generata da un software che si sviluppa modificandosi quasi impercettibilmente e senza soluzione di continuità. Inoltre collaborazioni artistiche importanti: con Phil Collins, David Bowie, Peter Gabriel.

Brian Eno: Light MusicBrian Eno: Light Music

Nella piattaforma youtube è reperibile un’ampia antologia della vastissima produzione musicale di Eno, la cui vena creativa non trascura il mondo caotico e proteiforme delle arti visive.
Eccoci dunque nel cuore del quartiere ebraico della Capitale, precisamente nella Galleria d’arte Valentina Bonomo, a curiosare tra le ultime creazioni visual del celebre artista (Light Music, Via del Portico d’Ottavia 13, fino al 30 settembre).

Brian Eno: Light MusicBrian Eno: Light Music

Lo spazio espositivo assume i connotati di un’unica grande installazione marcata da tre elementi scenici: sulle pareti attirano lo sguardo forme luminose quadrangolari chiamate light box dove una luce a led - generata e dinamizzata da un software con l’ausilio di una chiave USB - gioca fantasiosamente su una struttura composta di perspex e materiale ligneo: l’effetto è quello di un dipinto di luce colto nell’atto del suo farsi; inoltre, delle stampe digitali lenticolari su plastica traslucida PETG (quelle immagini che mutano a seconda del punto di osservazione per intenderci…vecchi ricordi d’infanzia); e poi, sparsi qua e là, mazzi di speaker flower: fiori composti da piccoli altoparlanti, ciascuno dei quali produce un differente motivo sonoro, sostenuti da lunghi steli metallici che reagiscono al suono oscillando.

Brian Eno: Light MusicBrian Eno: Light Music

Suoni e luci che paiono reciprocamente generarsi, fiori che promanano mutevoli armonie… Le sinestesie, questi cortocircuiti sensoriali che sconcertano le nostre consuetudini percettive con le loro improvvise e inusitate risonanze hanno da sempre attirato l’attenzione di artisti e studiosi, attratti segnatamente dal confine, talora labile, tra il suono, la luce e il colore.
Dal clavicembalo oculare di Louis Bernard Castel alla Musurgia Universalis di Athanasius Kircher, alle corrispondenze poetico-immaginative di Charles Baudelaire e di Arthur Rimbaud, fino al tumulto avanguardistico del novecento: i coinvolgenti studi sinestetici di Vasilij Kandiskij, la cromofonia di Enrico Prampolini, la pittura di suoni rumori odori di Carlo Carrà che col suo manifesto inneggiava all’arte totale da realizzarsi con la cooperazione attiva di tutti i sensi.

Brian Eno: Light MusicBrian Eno: Light Music

A questo universo messo a soqquadro da una schiera di artisti che con il loro impeto creativo hanno tentato di scardinare le vecchie finestre sensoriali, apporta oggi il proprio contributo anche Brian Eno, che vogliamo salutare come un volenteroso epigono delle grandi avanguardie del novecento.

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