Il primo festival in Europa dedicato alla creatività - tredicesima edizione
col patrocinio della Fondazione Carispezia e del Comune di Sarzana,
e con il contributo di Carispezia Crédit Agricole (per l’edizione bambini e ragazzi).
Sarzana (La Spezia)
Capire e conoscere lo spazio
della mente e della scienza
Intervista al direttore scientifico del Festival della Mente
Gustavo Pietropolli Charmet
di Elena Marchini
Un viaggio nello spazio: dallo spazio infinito a quello ultra piccolo, passando per quello virtuale.
Il direttore scientifico Gustavo Pietropolli Charmet racconta quale essenziale contributo fisici, neurobiologi, matematici, scrittori, psicoanalisti e filosofi porteranno alla tredicesima edizione del Festival. Una lettura interdisciplinare, quella offerta dai relatori ospiti dell’evento, per aiutare il pubblico a capire la natura e il destino del proprio e altrui spazio di vita. Nell’intervista che segue Pietropolli Charmet ci spiega anche come il concetto di spazio nelle diverse discipline sia di sostanziale attualità .
- Perché avete scelto come filo conduttore del Festival della Mente 2016 la parola spazio?
"Abbiamo scelto non tanto la parola, quanto piuttosto il concetto di spazio, perché ci è sembrato che fosse una questione che stesse a cuore a molti. Molte persone, in questo periodo storico, si chiedono se ci sia spazio per tutti, perché con le grandi ondate migratorie si ha l’impressione che lo spazio antropologico, di accoglienza e sociale sia contingentato. La questione dello spazio è di portata planetaria, e interessa anche la nostra nazione che sembra chiedersi se ci sia abbastanza spazio o sia necessario ricorrere alla tendopoli. Abbiamo, inoltre, voluto esplorare lo spazio celeste, quello stellato, quello dell’universo in cui si stanno facendo esplorazioni e ricerche grazie anche a tecnologie e eccellenze italiane.
Per questo abbiamo pensato di investigare se l’opinione pubblica, il sentire collettivo, fosse ancora interessato a esplorare lo spazio celeste, come le missioni su Marte.
Affronteremo poi lo spazio ultra piccolo quello degli elettroni, dei bosoni che stanno esplorando scienziati e fisici; abbiamo voluto capire cosa c’è in questo spazio ultra piccolo.
E infine ci sono gli spazi nuovi, quello virtuale e dei social newtwork, in cui la gente vive molte ore della giornata; uno spazio che un tempo non esisteva. Credo che esplorare il concetto di spazio possa essere molto interessante".
- Uno dei macro temi del Festival della Mente 2016 sarà lo spazio della scienza…
"Sì lo spazio della scienza, perché ho l’impressione che negli ultimi anni gli italiani abbiano riacquistato fiducia nella scienza e nella tecnologia. Se in passato scienza e tecnologia erano viste con sospetto perché accusate di rovinare il pianeta, oggi si guarda a queste con animo speranzoso, proprio perché è aumentata la consapevolezza generale che scienza e tecnologia abbiamo contribuito a superare le malattie, a curare le persone, ad allungare la vita media. Ad esempio, al Festival, Alberto Mantovani, uno degli studiosi italiani più citati dalla letteratura scientifica internazionale, ci spiegherà la relazione esistente tra vaccino e sistema immunitario e qual è l’importanza del vaccino. Un tema attualissimo e di grande impatto".
- Quindi la scienza nel nostro paese gode di buona salute?
Che il nostro paese prepari ottimi scienziati è messo in evidenza da quella che chiamano fuga di cervelli. Per esperienza personale conosco tanti casi di ottimi studiosi che sono dovuti andare all’estero e hanno, con il loro contributo, arricchito la cultura e la ricerca dei paesi che li hanno accolti. Oggi le istituzioni mi sembra abbiano un atteggiamento propositivo nei confronti della scienza. Questo Governo sembra molto interessato a stimolare la ricerca; dove sorgeva, ad esempio, l’Expo c’è in progetto la realizzazione di un centro di ricerca universitario, lo Human Techonopole. Certo siamo molto indietro, si dovrebbe investire molto di più, i fondi nella ricerca sono scarsi, forse bisognerebbe disinvestire in qualcosa e investire maggiormente in ricerca, il rischio altrimenti è di spopolare, depauperare, la nostra cultura".
- Quali aspetti esplorerà lo spazio della mente del Festival 2016?
"Quest’anno saranno presenti i più importanti studiosi italiani di neuroscienze e neurobiologia. Si rifletterà inoltre sui nuovi maschi, intesi come nuovi uomini, nuovi giovani maschi, nuovi padri. Trovo sia un argomento molto interessante, perché oggi si dibatte molto sulla famiglia ma poco di come siano cambiati i ruoli, e il ruolo del maschio, nel corso degli ultini anni. Ci sarà poi una riflessione molto interessante sullo spazio occupato dall’immagine nella ricerca, per cui ho convocato colleghi psicoanalisti, interessati all’uso del cinema a scopo clinico e terapeutico"".
- In conclusione, professor Charmet, cos’è per lei lo spazio?
"È una cosa che sin da giovanissimo mi ha sempre molto spaventato. Mi sembrava di essere inghiottito dalla vastità dello spazio, e provavo una vertigine nei confronti della nostra piccolezza. Poi quando ho iniziato a studiare medicina, mi sono immerso nel microscopio e ho esplorato lo spazio piccolo; ho avuto in quel caso, l’impressione che quello spazio piccolissimo fosse però immenso, tale da governare le nostre vite. In entrambe i casi ho provato un sentimento di paura, per questo da sempre ho provato la necessità di capirlo e di conoscerlo".