#163 - 25 luglio 2016
AAA ATTENZIONE - Questo numero rimarrà in rete fino alla mezzanotte del 19 aprile, quando lascerà il posto al numero 350. Ora MOTTI per TUTTI : - Finchè ti morde un lupo, pazienza; quel che secca è quando ti morde una pecora ( J.Joyce) - Lo sport è l'unica cosa intelligente che possano fare gli imbecilli (M.Maccari) - L'amore ti fa fare cose pazze, io per esempio mi sono sposato (B.Sorrel) - Anche i giorni peggiori hanno il loro lato positivo: finiscono! (J.Mc Henry) - Un uomo intelligente a volte è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti (E.Hemingway) - Il giornalista è colui che sa distinguere il vero dal falso e pubblica il falso (M. Twain) -
Humour (non sempre) per riflettere

Priorità

di Giuseppe Sanchioni

Qualche giorno fa, dovendo andare al policlinico Pertini di Roma, ho avuto la malaugurata idea di prendere il 544 a via della Primavera.
Quest’idea è sfociata in 50 minuti di attesa: dalle 16.40 fino alle 17.30 ricavandone però una splendida abbronzatura, dovuta alla fermata senza pensilina, nonostante siamo ancora all’inizio dell’estate.

Priorità

Ma durante l’esposizione al sole, o forse proprio per questo, la mente è corsa avanti, non potendo il corpo. E mi sono chiesto: ma in una città con questi ritmi non è assurdo quello che leggiamo sui giornali?
Non è assurdo voler organizzare un gran premio di Formula 1 all’EUR o anche in un altro quartiere? O forse avrebbero fatto vincere chi arrivava ultimo?
Non è altrettanto assurdo pensare di ospitare le Olimpiadi? Nella loro fattispecie sono comunque una sagra della velocità! Pensate, ospitare Usain Bolt, che fa 100 metri in una manciata di secondi che neanche una Ferrari, in una città dove per fare qualche chilometro servono ore.
Di più. Sulla stampa leggiamo pure che si vorrebbe ospitare a Roma l’Agenzia Europea del Farmaco in fuga dalla capitale della Brexit, cioè Londra. Per carità, si rischierebbe di far arrivare le medicine ad epidemia conclusa!
No, lasciateci nella nostra lentezza. Non siamo fatti per la velocità. Il futurismo ed il mito della velocità è finito da un pezzo insieme al secolo scorso. Se solo D’Annunzio e Marinetti avessero immaginato la futura velocità media della auto a Roma non avrebbe perso neanche un istante a discutere se automobile fosse maschile o femminile.
E poi fa caldo: lasciateci abbronzare in pace.

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