Tempi...moderni?
Equilibri
di Giuseppe Sanchioni
Con grande sollievo apprendiamo dalla stampa che i panda giganti, si proprio quegli orsetti bianchi e neri che sono il simbolo del WWF, hanno raggiunto un numero tale per cui non vengono più considerati una specie a rischio estinzione. Siamo molto contenti per loro ma, siccome non si può mai stare tranquilli, ora si presenta un nuovo problema e ci assilla un’altra angoscia.
Infatti come si sa i panda hanno una dieta decisamente monotona perché a base di germogli di bambù. Ne consumano più di 10 chili al giorno a testa.
Chiunque può capire che ora sono loro che rappresentano un pericolo di estinzione per altre specie che andranno protette a loro volta.
La specie che riteniamo in pericolo maggiore è quella dei ristoranti cinesi, nei cui piatti ci sono sempre dei germogli di bambù che, a questo punto, potrebbe cominciare a scarseggiare.
Quindi ci aspettiamo chiusure a valanga di ristoranti cinesi.
E ci chiediamo: quale sarà il numero minimo per considerare la specie a rischio estinzione e cominciare a prendere provvedimenti? Sarà necessario creare delle riserve di riproduzione dove conservare i pochi ristoranti femmine e maschi a scopo riproduttivo?
Bisognerebbe iniziare a parlarne prima che scompaiano come i dinosauri. E, come i dinosauri, non vorremmo che tra qualche milione di anni gli studiosi di allora si chiedano cos’è che ha fatto sparire i ristoranti cinesi inventando tesi più o meno fantasiose, tipo una serie di meteoriti che li hanno colpiti in maniera esclusiva.
Ma pensiamo ci siano anche altre specie a rischio.
Vogliamo considerare i poveri artigiani che fanno i mobili in bambù? Saranno condannati all’estinzione pure loro? In qualità di artigiani sono già una specie a rischio a causa della cattiva abitudine tutta umana di richiedere la fattura per il lavoro fatto.
Ora si aggiunge un nuovo rischio: è stato pienamente valutato? Vogliamo ancora diminuire la biodiversità ?
E poi dicono che l’uomo è il predatore maggiore della natura!