#159 - 30 maggio 2016
AAAAA ATTENZIONE questo numero rester in rete fino alla mezzanotte del 3 maggio quando lascer il posto al numero 351. - BUONA LETTURA - ORA ANTICA SAGGEZZA - Gli angeli lo chiamano piacere divino, i demoni sofferenza infernale, gli uomini amore. (H.Heine) - Pazzia d'amore? Pleonasmo! L'amore gi in se una pazzia (H.Haine) - Nel bacio d'amore risiede il paradiso terrestre (Lord Byron) - Quando si comincia ad amare si inizia a vivere (M. de Scudery) - L'amore la poesia dei sensi ( H. De Balzac) - Quando il potere dell'amore superer l'amore per il potere, sia avr la pace (J. Hendrix)
Sport

Liberamente tratto da "Sempre"

Contro i pregiudizi

Wheelchair Basket Forlì : incontro senza frontiere
di Laura Carbonetti

Contro i pregiudiziContro i pregiudizi

Può lo sport aiutare un disabile a superare i propri limiti e rompere il muro di diffidenza che la società nutre nei suoi confronti?
La risposta è affermativa: un chiaro e forte, e Daniele Fabbri ne è una prova tangibile. Membro della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Daniele è parte dell’associazione “Incontro senza barriere”, un’iniziativa con la quale, assieme ad altri volontari, ha dato vita a una squadra di pallacanestro in carrozzina, la “Wheelchair Basket Forlì”. Dieci ragazzi con problemi congeniti o derivanti da traumi che si allenano una volta alla settimana in una palestra comunale di Forlì. “Si è creato un piccolo gruppo, poi altri ragazzi si sono avvicinati, dapprima con curiosità mista a scetticismo poi sempre maggiore passione e voglia di imparare e migliorare”, racconta Daniele.

Lo sport è per tutti, è questo il mantra dell’associazione con il quale Daniele sta girando le scuole di tutta Italia per sensibilizzare i più giovani sull’importanza dell’attività sportiva come strumento di integrazione: un’iniziativa sostenuta dal Comitato Paralimpico e dalla Fondazione “Cassa dei risparmi di Forlì”.
È fondamentale che i giovani possano avvicinarsi alla realtà della disabilità senza restare vittime di pregiudizi e paure che purtroppo regnano nella nostra società, in maniere spesso insospettate”.

Pregiudizi che spesso si trasformano in una vera e propria avversione nei confronti della disabilità, quella che gli esperti chiamano “handifobia” – dai termini francesi “handicapé” e “phobie” – , pura insofferenza verso i diversamente abili e le loro necessità. Una reazione che molti hanno come difesa verso qualcosa che non conoscono, che li spaventa e che mette in discussione le loro certezze. Uno schiaffo alla dignità di chi lotta contro menomazioni, dolori e invalidità.

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Ecco, quindi, che lo sport diventa un’opportunità unica per conoscere la diversità e imparare a non averne paura: “due ragazzini di terza media – spiega Daniele – hanno cominciato ad allenarsi con noi per stare vicini a un loro compagno di classe con sindrome di Duchenne. Scelte come questa ci fanno capire quanto sia importante il legame affettivo e relazionale con chi abbiamo accanto”. Amicizie destinate a durare a lungo, perché fondate sulla conoscenza dei limiti e dei punti di forza dell’altro.

Anche sport più “fisici”, come il judo, possono essere ottimi strumenti educativi, ed è proprio il contatto fisico ad abbattere le barriere tra i ragazzi, che siano disabili o meno. “Il judo mette alla prova e sviluppa la resistenza e la forza, ma punta alla disciplina e al rispetto delle regole e dell’altro – spiega Daniele - Anche nel volgere di pochi incontri l’atteggiamento cambia, passa dalla diffidenza al coinvolgimento, permettendo di gettare i semi di un rapporto che può svilupparsi ulteriormente”.

Quella di Daniele non è una storia isolata. In Italia ci sono decine di associazioni che hanno come obiettivo coinvolgere i disabili in attività sportive, le più disparate, ma tutte hanno lo stesso problema: la mancanza di fondi. “Avrei bisogno di più tempo, di più collaboratori e risorse - racconta Daniele - Per esempio, per rinnovare le attrezzature della squadra di basket”. I ragazzi della “Wheelchair Basket Forlì” hanno bisogno di nuove sedie per continuare ad allenarsi, sia per giocare a pallacanestro, sia per affrontare la vita. Soprattutto, però, a loro serve tanto amore.

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