#106 - 6 ottobre 2014
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Cinema

il nuovo film di Luc Besson

Lucy

se vuoi capire come agisce il cervello
usa il cervello

di Federica Fasciolo

LucyLucy

Un’idea interessante, anche se già trattata in altri film come “Limitless”, quella di mostrare cosa potrebbe accadere se noi esseri umani fossimo in grado di sfruttare l’intero potenziale del nostro cervello, anziché solo una piccola parte di esso.
È stato proprio questo spunto a farmi decidere di vedere “Lucy”, nuovo film di Luc Besson con protagonista Scarlett Johansson.
Partendo proprio da lei, la prima impressione è che sia strano vederla in un ruolo del genere.
Più per i panni totalmente differenti in cui siamo abituati a vederla recitare, che per questione di talento: in questo film, infatti, si dimostra piuttosto brava in più di un momento, riuscendo a rendere un personaggio di cui conosciamo ben poco e che nei fatti è soltanto un espediente per raccontare la storia, almeno capace di portare avanti decentemente un film non privo di numerosi difetti.

LucyLucy

Tra momenti di spiegazioni affidate a un professore universitario (Morgan Freeman) che comunque non riescono a spiegare bene abbastanza, strani collegamenti logici e momenti di azione veramente fini a se stessi (perché anche le scene di azione fatte per intrattenere devono avere un senso), non sono pochi infatti i punti di domanda che rimangono in testa allo spettatore.
Il progressivo aumento delle capacità che Lucy ottiene nel corso del film potrebbe sembrare a volte esagerato, ma in realtà non è niente (o quasi niente) di più di quanto diverse teorie scientifiche o meno ipotizzano come possibile in un caso del genere. Il problema è quanto, per esigenze di copione che si sarebbero potute soddisfare in altri modi, questi poteri vengano sfruttati in modo illogico.
Molto probabilmente arriverà un punto (e ho in mente un punto ben preciso, che ovviamente non riporto qui) in cui vi chiederete “ma che cavolo sta succedendo??” e, tornati alla “normalità”, dovrete anche darvi una risposta da soli.

LucyLucy

Detto questo, in realtà curiosare e magari fare congetture su tutte queste capacità da esseri umani in grado di sfruttare al 100% ogni area del cervello è piuttosto interessante. Insomma: nonostante i difetti, il film non lascia a bocca asciutta chi si aspettava di trovarci qualcosa di affascinante, anzi.
Bisogna essere però disposti a lasciare andare la ricerca di una completa logicità e metterci del proprio nell’interpretare.
Chissà che il tutto non sia stato fatto apposta per costringerci a sfruttare di più il nostro, di cervello.

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