#149 - 22 febbraio 2016
AAAAA ATTENZIONE - Amici lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di venerdi 05 aprile, quando lascerŕ  il posto al numero 349. BUONA LETTURA A TUTTI - Ora ecco per voi alcune massime: "Nessun impero, anche se sembra eterno, puň durare all'infinito" (Jacques Attali) "I due giorni piů importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perchč (Mark Twain) "L'istruzione č l'arma piů potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo" (Nelson Mandela) "Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare" (Socrate) La salute non č un bene di consumo, ma un diritto universale: uniamo gli sforzi perchč i servizi sanitari siano accessibili a tutti (Papa Francesco) Il grado di civiltŕ  di una nazione non si misura solo sulla forza militare od economica, bensě nella capacitŕ  di assistere, accogliere, curare i piů deboli, i sofferenti, i malati. Per questo il modo in cui i medici e il personale sanitario curano i bisognosi misura la grandezza della civiltŕ  di una nazione e di un popolo (Alberto degli Entusiasti) Ogni mattina il mondo č un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminositŕ, vengano a impregnarlo dei loro colori" (Fabrizio Caramagna)
Pagine Preziose

Dalle Omelie di Papa Francesco

Pensieri per l'Anno Santo

Gianpiero Gamaleri - Libreria Editrice Vaticana

Chi sono i “cristiani pipistrelli”? Bisogna battezzare anche i marziani? Anche la Chiesa corre il rischio della “santa tangente”? Quanti si fermano alla “reception della Chiesa”, rimanendo sulla porta dell’esperienza cristiana?

Ecco alcune delle espressioni un po’ curiose, ricche di quel suo sottile humour, pronunciate da Papa Francesco durante le Omelie da Santa Marta.
Gianpiero Gamaleri ha raccolto questi testi e li ha accompagnati con i commenti che scrive sul settimanale “Il mio Papa”, pubblicandoli in un agile libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana con il titolo “Pensieri per l’Anno Santo”.
Esso presenta a fronte, settimana dopo settimana, pagina dopo pagina, un’omelia di Papa Francesco e le riflessioni che essa ha suggerito alla mente e al cuore dell’Autore.

Leggendole nel loro insieme, in un arco di tempo di quasi due anni, si coglie il profondo richiamo che il Papa fa alla nostra coscienza, lo sforzo di operare un “discernimento” per chiederci in quale direzione sta andando il mondo d’oggi e quale parte accettiamo di giocare in esso di fronte alle gioie ma anche alle difficoltà e persino alle tragedie che lo caratterizzano, come la morte in mare di tanti bambini profughi dalle zone di guerra o il martirio di tanti cristiani decapitati per il solo fatto di essersi dichiarati tali.

In esse, un punto appare prevalere sugli altri nelle parole del Papa, ed è quello del rapporto che deve sempre esserci tra giustizia e misericordia. L’amore incondizionato di Dio per noi accompagna e precede sempre la condanna del peccato, in una visione profondamente positiva di un uomo che non deve mai perdere la speranza, come ha detto alle vittime di abusi sessuali presenti alla Messa a Santa Marta.
Talvolta sono anche invettive accorate e veementi contro la corruzione, contro il materialismo imperante dove tutto può essere sacrificato al dio denaro, che inquina la creazione, schiaccia i più deboli, idolo dominante nella società contemporanea che si insinua anche nelle pieghe della Chiesa. Di qui le sue denuncie contro la globalizzazione dell’indifferenza, la cultura del degrado, dello spreco e dello scarto e la condanna delle nuove forme sempre più subdole di schiavitù e di profanazione della natura.

Ma non c’è male che non possa essere riscattato dal bene. Dio, nella sua assoluta misericordia tende la mano all’uomo peccatore che può sempre risollevarsi e ricominciare. In questo senso le omelie non sono brandelli di pensiero, ma costituiscono un piano propedeutico alla celebrazione del Giubileo della Misericordia, sono, appunto, “Pensieri per l’Anno Santo”. Non scordiamoci mai che questo Papa è un gesuita dalla profonda preparazione teologica che gli consente di ricondurre a un disegno unitario l’insieme dei suoi gesti e delle sue parole. Ogni omelia è la tessera di un più ampio mosaico di cui il Giubileo ci consente di cogliere la raffigurazione complessiva.

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