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Ambiente

Calabria

Salvi gli alberi secolari di Serra San Bruno e l'abete bianco
più grande d'Europa

già abbattuti negli ultimi anni oltre 9291 alberi
(Articoli correlati nelle rubriche Alberi e Parchi dello Spirito)


      



Mario Scaletta

Le immagini di alberi che
accompagnano il testo
sono tratte dalla mostra
recentemente tenuta
alla Fondazione Crocetti
di Roma

55 metri di altezza, 5 metri e mezzo alla base: l'abete bianco più grande d'Europa è salvo. Non sarà abbattuto, e con esso neppure gli altri alberi rari dei lotti che il comune di Serra San Bruno aveva compreso nel bando di gara per la vendita di alcuni boschi all'industria del legno. Si sarebbe trattato di ben 2603 alberi di cui 1090 del raro abete bianco (rubrica alberi). La rivolta sul web, la reazione di alcuni parlamentari, la presa di posizione di cittadini e ambientalisti, ha costretto il sindaco Bruno Rosi a fare marcia indietro e a rassicurare che l'esemplare non è a rischio. Una notizia è stata accolta con favore dall’opinione pubblica, stampa, e da molti parlamentari della Commissione ambiente. Ciò nonostante occorre vigilare sugli altri alberi fatto segno alienazione a fini commerciali, poiché “abbattere abeti di tale portata per fare legno sarebbe come fare calce con le pietre del Colosseo”.

Il maestoso abete bianco continuerà dunque a far parte del patrimonio naturalistico e culturale di Serra San Bruno. Ed adeguatamente valorizzato il bosco potrà produrre economia anche superiore al guadagno che si sarebbe ottenuto dalla vendita per come ipotizzato ai fini di risanare il bilancio. Un pezzo di storia in un'area in cui il patrimonio da sfruttare anche ai fini turistici non manca. I boschi di Serra ospitano infatti anche l'antica Certosa costruita nel 1094. Un'abbazia immersa nella natura attorno cui ruotano e sono ruotate alcune delle vicende più suggestive d'Italia (rubrica Parchi e Oasi dello Spirito).

      

I boschi serresi sono tra i più belli del sud Italia, in parte salvi grazie alla mobilitazione generale. Già ieri il sindaco Bruno Rosi rispondendo all'Ansa si era giustificato spiegando che i “tre progetti di taglio scaturivano dalle indicazioni contenute nel Piano di assestamento del bosco redatto dagli esperti dell’Università”. Ma che poi era stato “verificato che solo un albero tra questi di grandi proporzioni, non quello indicato su internet, è stato inserito e presenta una carie alla base per cui sarebbe preferibile venisse tagliato per evitare che possa provocare danni agli altri". Da qui per dire che comunque si sarebbero fatte le dovute verifiche. Insomma solo “strumentalizzazioni”.  Una polemica forse inutile che, però, ha alimentato un tam tam imponente a tutti i livelli a partire da alcune interrogazioni dei parlamentari e dello stesso comandante regionale del Corpo forestale dello Stato, Giuseppe Graziano. Sul web poi si è registrata una valanga di reazioni, compresa quella dello scritto Erri De Luca che in un post su facebook ha citato Maria Zvetaeva “Ciò che non è bello al vento è orribile” aggiungendo “L'abete bianco più antico nel parco delle Serre in Calabria è bello al vento. La decisione del Comune di venderlo per taglio è orribile”.


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