Anniversari
Per i 200 anni dalla nascita
Giuseppe Verdi
un anno dedicato al grande musicista e patriota
(terza e ultima puntata)
Nelle prime due puntate (nn° 29 e 30) dedicate al M° Giuseppe Verdi abbiamo potuto ripercorrere, seppure a grandi linee, la sua vita e le vicende del suo secolo, un vivace ’800.
In questa terza puntata, come già annunciato, ci soffermeremo a tratteggiare i contenuti dei lavori principali di Verdi, senza peraltro trascurare i melodrammi minori, o ritenuti tali dai più.
Del Nabucco abbiamo già parlato, poco da aggiungere, semmai ricordare che fu composto in un tempo in cui la lotta tra i milanesi e gli austriaci era durissima, e che fin dal debutto, alla scala, 1842, tale opera fu identificata dagli austriaci, a buona ragione, inno patriottico inneggiante alla liberazione.
Il Coro che dà inizio all’opera: “va pensiero sull’ali dorate” è il crescente timbro di una tensione politica che invade i cuori e le menti degli italiani e li unisce nella lotta.
Un’analogia la si potrebbe trarre dall’Aida, altro capolavoro verdiano: anche qui la vicenda ruota intorno a due popoli avversi.
Un infelice ed impossibile amore vive nel bel mezzo di una guerra: protagonisti Aida, figlia del Re di Etiopia, catturato e ridotto in schiavitù dagli Egizi, e Radames, capo della guardia egizia.
Non si può vivere da nemici, l’amore non lo contempla; dunque è meglio morire insieme per testimoniare l’assurdità delle divisioni. L’appuntamento per l’ultimo incontro è sulle rive del Nilo, dove Aida aspetta e canta l’accorato “Qui Radames verrà...” ancorché fremente di passione e di speranza.
Nei lavori di Verdi, le tragedie non finiscono mai. Violetta, la “Traviata” che dà titolo all’opera, è innamorata di Alfredo che ricambia, ma il padre di quest’ultimo, Giorgio Germont, chiede a Violetta di lasciare l’innamorato per preservare la reputazione della famiglia, e lei, innamorata e malata cede, mentre Alfredo avrà ancora un cammino sofferto e non basteranno i ricordi a colmare la sua solitudine.
La storia dell’Otello è a tutti nota. Emblematica del comportamento vigliacco e della falsa amicizia.
Qui Verdi misura i suoi passi su quelli di Shakespeare e il dramma si rivela un capolavoro musicale ineccepibile e bene accompagna le vicende che volgeranno in tragedia.
Otello, governatore di Cipro, cade nella trappola che suo finto-fido-amico Jaco ha teso per indurlo a credere che la moglie Desdemona lo tradisce.
La gelosia irrompe nel cuore di Otello, si appanna la ragione, la vendetta arma la sua mano.
Qui i suoni verdiani si caricano di oscuri presagi e scandiscono drammaticamente le scene.
La notte buia e cupa sarà complice e testimone... fino all’alba dell’amaro, irrimediabile risveglio.Furono decisamente molti i lavori che Verdi tracciò sul pentagramma. E in tutti emerge un qualche tratto indicativo dei desideri e delle lotte degli uomini che trovano una realistica interfaccia ai nostri giorni.
Quasi un allegato al Nabucco, Verdi compone “I lombardi alla prima crociata”, di carattere patriottico anch’esso; e di omicidio di un Re tratta nella prima stesura del “Ballo in Maschera”; mentre si addentra nelle miserie della società e la palese ipocrisia del tempo con il “Simon Boccanegra” ove un corsaro diventa Doge di Genova. C’è poi “Attila”. barbari contro Roma... e qui si affaccia il compromesso e la corruzione. Il contorto “Trovatore” echeggia guerra e potere; “Rigoletto” frena il suo odio per il Duca di Mantova che ha sedotto la figlia Gilda; seguono le trame del “Macbeth” e gli interessi politici delle corti di Francia e Spagna in “Don Carlos”.
Da ultimo, uno sguardo ad un’opera legata un po’ più al sentimento del Maestro di Busseto.
Non è un mistero che Verdi fosse in gioventù distante dalla tradizione religiosa cattolica, ma nell’ultimo periodo della sua vita si riavvicinò alla fede e compose opere di carattere religioso.
Tra queste, siamo nel 1874, compone in onore di Alessandro Manzoni e in occasione del suo funerale, “Messa da Requiem”, considerato il suo capolavoro assoluto.
Qui il Giudizio Universale irrompe attraverso un possente coro introdotto da colpi di martello e seguito da grandi fanfare. Con trepidazione si invoca Cristo per il perdono e Dio per la salvezza.E invocando il riposo eterno per i defunti, i toni musicali si placano in un’atmosfera di solenne calma e di pace.
Le opere di Verdi hanno coinvolto i sentimenti di decine di migliaia di uomini e trascinato sulle scene i drammi di una società in preda a crescenti incontrollate frenesie... verso le quali le note decise della sua musica hanno suonato come alto richiamo e come monito.