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Cinema

Yves Saint Laurent

di Federica Fasciolo


Un’inquadratura sola ci comunica fin dall’inizio l’obiettivo di questo film: alla comparsa del titolo “Yves Saint Laurent”, lo zoom si sposta subito sul nome del genio della moda, Yves. Non sul cognome, la dimensione pubblica, ma il nome appunto. Perché è l’uomo, più che la sua creazione, ad apparire in questa biografia.



Snowpiercer
Un treno capace di sovvertire il potere. Convince il film del regista sud coreano Bong Joo-ho
- Sono passati diciassette anni da quando un esperimento nato per combattere il surriscaldamento del pianeta ha finito per creare una nuova era glaciale.
I pochi esseri umani sopravvissuti si ritrovano a vivere sullo Snowpiercer, un treno che non smetterà mai di viaggiare finché la temperatura all’esterno non tornerà ad abbassarsi. All’interno del mastodontico mezzo si è creata una microsocietà composta da una classe agiata che viaggia nelle carrozze di testa, e un’orda di reietti viceversa stipata negli ultimi vagoni e costretta a sopravvivere in condizioni proibitive. Fra le file di questi ultimi, si crea così un gruppo di rivoltosi deciso a sovvertire il potere. È questa la trama di Snowpiercer, il nuovo film del regista sudcoreano Bong Joo-ho, che Emilio Ranzato recensisce per noi: se per gran parte della sua durata, la pellicola si presenta come un epigono della serie Hunger Games, in realtà "il modo di raccontare di Bong, fatto di voluti abbassamenti di ritmo e improvvise accelerazioni, si mantiene ben lontano dal convenzionale, tanto che può finire per alienargli anche stavolta il grande pubblico".

Al giovane Yves viene affidata la direzione artistica della maison Dior dopo la morte di quest’ultimo. Dopo le prime collezioni, il ricovero per una sindrome maniaco-depressiva sarà il pretesto con il quale verrà licenziato. Insieme al suo talento, saranno la vicinanza e il sostegno di Pierre Bergé a permettergli di aprire una propria casa, dove il suo genio creativo prenderà forma dando origine a grandi innovazioni nel campo della moda.

   

Come anticipavo all’inizio, però, non sono queste innovazioni a portare avanti la narrazione: i famosissimi vestiti ispirati ai quadri di Mondrian, il portare elementi del vestiario maschile in quello femminile e le influenze che i suoi viaggi in oriente donarono alle sue creazioni (nonché l’importanza data al Prêt-à-porter), in questo film fanno solo da sfondo alla sua personalità. Eccessi, droga, la relazione con Pierre Bergé nonché la gelosia, i tradimenti, un’idea di amore incondizionato che quasi somiglia a un patto che, nonostante tutto, i due non hanno intenzione di sciogliere.

Coerente con questa scelta iniziale anche la decisione di mostrare il rapporto di Yves con la sua patria natia in guerra in quel periodo, l’Algeria. Anche se i fatti, più che catturare, scorrono solo davanti agli occhi.

   

Pierre Niney interpreta Yves in tutte le sue instabilità e creando un’evoluzione nel personaggio, Guillaume Gallienne è perfetto nel ruolo di Bergé, che appare sempre solido e capace di tenere tutto sotto controllo quando la fragilità di Yves sembra farlo perdere in se stesso.

È stato proprio lo stesso Bergé ad autorizzare la diffusione di questa biografia, a cui però manca qualcosa per poter essere considerata un film da rivedere una seconda volta: è più che altro informativa, racconta della vita di Yves Saint Laurent a chi di questo personaggio conosceva poco e probabilmente delude coloro che lo hanno stimato per le sue grandi innovazioni e avrebbero desiderato che a esse, insieme alla storia della maison YSL, venisse dato uno spazio maggiore.

   

La cosa forse più strana però, è che nonostante gli eccessi mostrati, la libertà nelle passioni, le contraddizioni, alla fine a prevalere sia comunque una sensazione di eleganza. Lo spettacolo che continua nonostante dietro le quinte, a un inquieto Yves venga più volte chiesto se sta bene. E la gioia dopo gli applausi del pubblico per le sue nuove collezioni.

“Era felice solo due volte l’anno, in primavera e in autunno”.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)