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Cinema

Her – Lei

di Federica Fasciolo

Aspettavo Her (“Lei” il titolo italiano) con la curiosità di chi ama scoprire cos’è che fa vincere a un film l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Festival Memorandum



Aperta a Biella fino al 13 aprile la quarta edizione di Memorandum , ricco programma di mostre ospitate in cinque diverse sedi espositive e con un calendario di incontri e appuntamenti dedicati ad approfondire temi della fotografia storica e non solo.
A Palazzo Ferrero l’evento ospiterà come Special Guest la mostra fotografica “Sulle tracce dei ghiacciai – Alaska, Caucaso e Karakorum: fotografie contemporanee di Fabiano Ventura a confronto con le immagini storiche di cinque archivi internazionali. Effetti dei cambiamenti climatici in Alaska, Caucaso e Karakorum a più di cento anni di distanza, con una accurata comparazione fotografica sullo stato dei ghiacciai partendo dalle immagini storiche dei primi fotografi ed esploratori

Ambientato in un prossimo futuro, il film racconta la storia di Theodore Twombly, scrittore di lettere per conto di altri e separatosi da poco dalla moglie, con cui ha condiviso gran parte della sua vita. Un giorno decide di acquistare un nuovo sistema operativo chiamato “OS 1”, una vera intelligenza artificiale con cui conversare e in grado di evolversi. Il sistema darà a se stesso (o per meglio dire, a se stessa) il nome Samantha, e presto il rapporto tra Lei e Theodore crescerà, fino a diventare sempre più profondo.

   

Si sa che i film alla fin fine (quasi sempre, in modo più o meno riuscito a seconda dei casi) vogliono insegnare qualcosa. E quindi, almeno quando si inizia a volerli capire fino in fondo, è impossibile non chiedersi in che direzione stiano andando. E in “Lei” capita molte volte: ti chiedi se verrà mostrata l’impossibilità di una relazione tra esseri umani e OS, se i sentimenti di quegli OS alla fine saranno veri o programmati e se tutti, impegnati nelle loro conversazioni virtuali, capiranno prima o poi che pian piano si stanno solo relegando in una condizione di isolamento.

Questi elementi sono presenti e ben amalgamati, ma non è solo questo lo scopo del film: probabilmente una relazione tra esseri diversi per fisicità e capacità non è realmente possibile, ma, finché dura, non è detto che non sia vera, reale. Il protagonista, grazie alla voce di Samantha che potremmo considerare lontanissima da ciò che noi riteniamo essere vita, la sua vita la riscopre per davvero: nella gioia di camminare a occhi chiusi tra la folla guidato da lei, girando su se stesso e trovandosi a ridere, di nuovo. E poi nello scontrarsi con le difficoltà di una relazione, che la mancanza di fisicità non può eliminare, per imparare finalmente ad accettarle. E quindi, a rivalutare anche il passato.

Theodore alla fine è sempre, semplicemente, un uomo. Che scopre se stesso e la vita nel contesto (ben creato) di un futuro che riusciamo tranquillamente ad accettare come presto possibile.

   

La capacità del regista, che poi è anche lo sceneggiatore, Spike Jonze (Essere John Malkovich; Nel paese delle creature selvagge) è di rendere perfettamente naturale questo contesto futuristico, inserendo elementi che potrebbero essere gli sviluppi di ciò che già conosciamo oggi e, soprattutto, gestendo bene la forte presenza della voce fuori campo di Samantha, tra le espressioni di Joaquin Phoenix (nel ruolo di Theodore) e immagini coinvolgenti.

In questa ricerca di se stessi, che sia quella di un essere umano o quella di ciò (o di chi?) chiameremmo banalmente un sistema operativo, in questa capacità di relazionarsi e riscoprirsi passando dall’accettazione (imprescindibile), sta “Lei”. Nel riuscire a scoprire la verità di un sentimento o nella frustrazione, altrettanto reale, che si prova quando capirlo risulta quasi impossibile. Fino al momento in cui quella verità si mostra e non si può più negarla.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)