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Fumetto

Il Grande Blek

di Giada Gentili


Io non c'ero (e quindi: come parlarne?). Non c'ero ma ho trovato "Il grande Blek" e i suoi appassionati lettori assolutamente straordinari che mi hanno fatto immaginare l'epoca in cui venivano letti, i mitici anni sessanta. Non solo i Beatles, i Van der Graf, Claudio Villa e la grande televisione in bianco e nero, le vespe e il boom economico. Dentro tutto questo minestrone, c'era pure, tra gli altri, i tanti altri, "Il grande Blek" di cui mi sono stati mostrati gli irripetibili libriccini triangolari da un vero appassionato.

   

Il Grande Blek noto anche come " Blek Macigno ", nasce dalla EsseGesse (Sinchetto,Guzzon,Sartoris) nel 1954. Blek e' un robusto trapper dai lunghi capelli biondi che in ogni stagione indossa un giubbetto di pelle sul torace nudo. Coraggioso e leale, oltre che dotato di una forza gigantesca questo personaggio e' alla testa di un gruppo di uomini che si oppongono in tutti i modi alla dominazione inglese nell'America del Settecento.

Indirizzata ai lettori piu' giovani, questa serie mescola abilmente avventura e umorismo, grazie anche alla spalla comica del "Porfessor Occultis", un simpatico imbroglione, ed al piccolo "Roddy”.

Blek è caratterizato da un cappello di marmotta, un gilè di pelliccia che copre il torace e un paio di pantaloni rossi. Combatte principalmente a mani nude, ma per sparare usa solitamente il classico fucile "Kentucky", usato dai cacciatori americani di quell'epoca. Nelle sue avventure non si è scontrato soltanto con gli inglesi, ma anche contro i pirati, gli indiani bellicosi, i ladri e i malfattori della peggior specie.

   

Curioso comprendere come le avventure di questa epoca abbia attirato migliaia di lettori, manco fosse "Diabolik" o "Kriminal". Poi, non è che negli anni sessanta ci fosse pure la globalizzazione. Certo, a scuola si studiava l'America, la Guerra Civile e si andava al cinema a vedere la riedizione di "Via col vento". Niente da ridire: il mondo del fumetto è così, era già (o lo è sempre stato) globalizzazione. Poco importa la collocazione storica dei personaggi.

Ed è così che va letto lo straordinario mondo del fumetto: un'alta collocazione tra letteratura, cinema, cultura e spettacolo (non sembrano le storie dei fumetti una sorta di story-board dei film in preparazione?).

      


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)