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Alberi monumentali e animali

Macerata - Marche

Quercia del Passo di Treia

dal 2000 monumento nazionale

di Federica Fasciolo




Tordo Bottaccio
(Turdus philomelos)
Bene eretto, dal suo posatoio, il tordo bottaccio inneggia mattina e sera alle belle giornate.
Quando non dà sfogo alle sue semplici frasi musicali, grazie ad un lungo becco ricerca con abilità lombrichi e chiocciole, il suo cibo preferito.
Si riconosce dalla sbiadita striscia bianca attorno all’occhio e una chiazza arancione-bruno sotto le ali. Il tordo è un buon architetto, il suo nido mimetizzato tra rami e fogliame è composto da ramoscelli, erba, muschio e l’interno lisciato è rivestito di terra.
La riproduzione occupa lo spazio tra marzo e luglio con punte intense in aprile-maggio. Covate massime quattro. Uova azzurrine con puntini neri. La cova dura circa 13 giorni, e i piccoli lasciano il nido in pari tempo In Italia, sostanzialmente stanziale, si trova su tutto l’arco alpino e lungo l’Appennino. Calcoli danno una presenza tra le 100.000 3 le 400.000 presenze sul nostro territorio con particolare intensità nelle regioni del sud.: lungo centimetri 23 circa, peso 100 grammi. Altre specie di famiglia la Tordela (Turdus Viscivorus) più grande del Bottaccio e il Tordo Sassello (Turdus iliacus) più piccolo.

Siamo in provincia di Macerata, nel comune di Treia e più precisamente in località Passo di Treia dove una stupenda roverella (Quercus Pubescens Willd) ombreggia la corte di una casa colonica in Contrada San Marco Vecchio. Con il suo fusto possente e l'amplissima chioma è senza dubbio una delle più belle querce d'Italia, per circonferenza del tronco la maggiore della regione. L'albero è assai noto localmente ed ha avuto l'onore di essere più volte ritratto in pubblicazioni e filmati televisivi, l'anziano proprietario, sig. Palmucci, ne va giustamente orgoglioso e anche il Comune ha fatto realizzare un piccolo anfiteatro nell'area adiacente per consentire ai visitatori di osservarla ed ammirarla. Le sue dimensioni sono di tutto rispetto: 30 metri di altezza, 6,5 metri di circonferenza del fusto e un’età stimata di circa 450 anni. Davvero una pianta notevole, talmente notevole che nel 2000 è stata dichiarata monumento nazionale, così come testimoniano le foto scattate in vari periodi dell’anno e che ci mostrano la pianta “vestita”, cioè con una folta chioma di foglie, e “nuda” ovvero a fine inverno quando la pianta esibisce i suoi enormi rami spogli.

Nelle foto la quercia nelle varie stagioni:

   

   

Purtroppo però oggi l’albero non se la passa molto bene, anzi sembra che la sua salute sia seriamente compromessa. Il patriarca verde manifesta preoccupanti segnali di senescenza. Alcuni rilievi effettuati dal Corpo Forestale dello Stato hanno accertato che il tronco, al suo interno, presenta un'ampia cavità entro la quale ristagna l'acqua piovana, che accelera i processi di degenerazione e marcescenza del legno. Nel tempo alcuni rami si sono stroncati, anche perchè indeboliti dal peso del tempo, dalle tempeste di pioggia, neve e vento, dai parassiti come il cerambice della quercia ( Cerambyx cerdo ) ed altri insetti xilofagi, segnali che hanno fatto temere che il grande albero si sia incamminato sul viale del tramonto e sia prossimo alla fine della sua plurisecolare vita….ma, pericolo scampato, per ora… fortunatamente qualcosa si è mosso e dopo diverse richieste da parte del comune di Treia, la Provincia di Macerata ha deciso di stanziare più di 30.000 euro per mettere in sicurezza la pianta, per curarla e per tenerla sotto controllo in modo tale da salvare questo magnifico esemplare da un destino che fino a poco tempo fa sembrava ineludibile.

Madonna della quercia del Passo di Treia


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)