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Piccoli grandi musei italiani

"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Merano (Bolzano)

Museo delle donne

di Alessandro Gentili


Evelyn Ortner (1944-1997) è l’inventrice del Museo delle donne e la sua biografia ne accompagna la storia.

Originaria del Vorarlberg (Austria) fondò da sola nel 1988 a Merano, sotto i portici, il Museo dell’abito e del ninnolo. Dal 1993 il museo è gestito dall’Associazione “Museo delle Donne”, aperto tutto l’anno, specializzato sulla storia della cultura e della quotidianità percepita dal punto di vista delle donne: così, nella sua esposizione permanente sono presentati gli ideali femminili, le rappresentazioni e i ruoli delle donne nel XIX e XX secolo con vestiti, accessori, oggetti dell’uso quotidiano, libri e documenti.

 

In esposizioni monotematiche e con diversi eventi viene ampliato anno dopo anno il repertorio di argomenti specificatamente femminili o anche quelli sensibili a tematiche di genere. Il museo delle donne è impegnato in campagne di sensibilizzazione per la storia femminile ma anche per una discussione di argomenti attuali come la pari opportunità. A Merano costituisce un centro culturale molto impegnato, dove vengono anche affrontati argomenti riguardanti temi di ecologia oppure questioni sociali. Inoltre il Museo delle Donne è impegnato sia su livello locale che quello internazionale ed è per il momento punto nodale del "networkof women's museums".

La base della collezione era stata della fondatrice., ma fin dalla fondazione dell’associazione “Museo delle donne – la donna nel corso del tempo la collezione è in continua crescita e le numerose donatrici sanno che i loro oggetti e pezzi raccolti sono esposti in un luogo dove vengono valorizzati, inseriti cioè nella storia e cultura quotidiana che prosegue negli anni.

 

Lo “stile del racconto” della storia femminile è ancora oggi improntata da ogni epoca con la propria moda, i propri accessori, e gli oggetti di uso quotidiano per offrire “quadri temporanei” .  La collezione ci consente di mantenere un ”filo rosso” attraverso la moda e gli oggetti della vita quotidiana.

Partiamo dal principio che la moda è lo specchio della società e interpretiamo lo “spirito del tempo” (Zeitgeist) di ogni epoca sulla base dei suoi diversi modi di manifestarsi. La nuova esposizione permanente del Museo delle Donne è come una via commerciale con vetrine , dove viene mostrata l’immagine femminile degli ultimi 200 anni appunto con i vestiti e gli accessori che ne hanno segnato le tappe.

L’esposizione gioca con la tensione, di mostrare da una parte vestiti belli ed accessori della ricca collezione del Museo, dall’altra parte di dimostrare con questi vestiti la storia delle immagini e dei ruoli femminili della nostra società, che non sempre è bella. Nonostante ciò non c’è l’intenzione di puntare il dito.

Il racconto delle immagini e dei ruoli femminili avviene da dentro a fuori – si inizia dalla pelle, proseguendo per il corpo femminile, l’abbigliamento delle gambe – collant, gonne, pantaloni ,- il bacino, il significato dei capelli e dei copricapo fino ad arrivare ai lavori dentro e fuori casa.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)