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Piccoli grandi musei Italiani

“una cosa bella è una gioia per sempre” John Keats

Sant’Arcangelo di Romagna

Museo del bottone

di Alessandro Gentili


   

“non è facile scrivere la storia dei bottoni, in quanto ciascun paese o ciascuna regione ha caratteristiche diverse” così scrive Giorgio Gallavotti, in riferimento al Museo del bottone di Sant’Arcangelo di Romagna, che è organizzato sull’esperienza da collezionista: i modelli, i materialì, le forme, gli usi e le caratteristiche che un bottone nei suoi aspetti offre.

Il museo dei bottoni è articolato in funzione dell'epoca ed in maniera cronologica. E' diviso in tre settori all'interno dei quali vengono rappresentati i bottoni, i materiali per  costruirli e le motivazioni per le quali venivano scelti. Inoltre  vi è una appendice all'interno  della quale si possono scoprire informazioni "originali" sul comportamento delle persone che li indossavano o addirittura detti ed aneddoti  sul bottone. Inoltre una sezione particolare è dedicata alla Storia dei bottoni  con la quale si vuole ripercorrere "cento anni di storia del bottone”

   

1° settore – La storia con 180 quadri – fine ‘800,fine ‘900 – in maniera evidente si nota la differenza fra l’inizio e la fine del secolo. All’inizio i modelli stravaganti della belle epoque, poi i bottoni di legno fine anni ’30 e ‘40 di cui alcuni pitturati graziosamente a mano. I grandi bottoni degli anni ’50 dove spiccano alcuni sfumati in nero tipo “il fumo di candela”. I bottoni “gioiello” degli anni ’60 ed ostentazione del lusso. I griffati dai vari stilisti, poi, negli anni ’70 con il ritorno al privato per la contestazione del 1968, i bottoni sono di ferro e piombo per i jeans, i giubbotti e anonimi per il resto.Bottoni classici fino agli anni ’80, poi di nuovo il lusso. Le pietre, gli strass, materie prime pregiate.

Ma dopo tangentopoli nel 1992 inizia il declino del bottone che verso la fine del secolo risulta ancora in crisi ribadendo il concetto sempre valido che la storia ha comunque sempre influito sulla moda e il modo di vestire. In questo settore la vita politica e sociale italiana è rappresentata attraverso il bottone.

2° Settore – I materiali con 80 quadri - I materiali per fare i bottoni sono molteplici; ma nella collezione sono presenti una cinquantina di tipi dei quali una decisa sono presentati nei vari stadi, dalla materia prima al bottone finito; madreperla, corno di vari animali, legno, avorio, corozo (chiamato avorio naturale ma, in realtà è un frutto tropicale), argento, tartaruga, galatite, noce di cocco, vetro, rafia, smalti, etc. Sono incluse in questo settore anche particolari attrezzature tipo il torchietto e le matrici fine ‘800 per costruire i bottoni.

   

3° settore – Curiosità con 120 quadri – Si parte con splendidi bottoni del ‘700 e ‘ 800, ove spicca il figlio di Napoleone. L’Aiglon proclamato Re d’Italia e morto a soli venti anni e sua madre Maria Luisa d’Austria. Il bottone del casato di Papa Paolo VI. Si passa al metro di legno con timbro 1897/1898, alle agganciature della Contessa Odescalchi. I famosi Netzuchè in avorio giapponesi e quelli di metallo con Cut Stell, dagli smalti alle miniature. Infine i mosaici in madreperla indonesiani e quelli in corno indiano. Comunque bottoni grandissimi e piccolissimi, fibbie, agganciatori, alamari.

Appendice – In questo settore si impara che il bottone non solo apre e chiude due lembi di stoffa, ma apre e chiude anche i sentimenti e le intimità delle persone. Si noterà che i bottoni sono serviti ai potenti per ostentare le loro vanità, infatti dal numero dei bottoni si distingueva la classe sociale.

Inoltre ci sono infiniti e curiosi detti e aneddoti sul bottone, nonché la storia vera e propria del bottone.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)