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Editoriale

Il Tricolore

di Dante Fasciolo

“La bandiera dei tre colori, sempre è stata la più bella,
noi vogliamo sempre quella, noi vogliamo la libertà”

Questo il canto che l’accompagna da sempre,
e gli occhi riflettono il verde, il bianco, il rosso della nostra bandiera.

I poeti e i politici hanno voluto specificare:
verde come le nostre valli,
bianco come le nostre nevi,
rosso come il sangue dei nostri caduti.

Le alterne vicende della storia hanno srotolato anni difficili:
ma la Repubblica Italiana di oggi inneggia al tricolore.

Furbi e politici, sempre in prima fila, decretano:
Verde: la speranza dello sviluppo,
Bianco: il candore della volontà,
Rosso: la passione del lavoro.

Troppo ottimisti, o troppo distratti,
abbiamo lasciato che i furbi e i politici guidassero i nostri giorni,
e oggi raccogliamo versi a brandelli e leggi ingiuste.
Il verde ora è il marcio della corruzione e dei soprusi;
il bianco, l’anonima ingiustizia delle mafie occulte;
il rosso, la rabbia, il rancore, l’impotenza della verità.

Tornare indietro! Fermare il brutto sogno che ci tormenta e ci consuma….
Il tricolore beffeggiato, l’unità della nazione derisa,
i poveri e i semplici discriminati.
Per verso, cafoni arricchiti con l’illecito;
gradassi padroni gestori del potere;
incontrollabili macchine della truffa;
incontenibili, famelici divoratori di ricchezze comuni.

E cronache allegre, leggiadre e assuefatte;
merletti rosa e champagne in tivì;
squadre di falsi idoli ed eroi di cartone occhieggiano da ogni dove.

Schiere di roditori hanno azzannato la nostra bandiera, e le nostre coscienze.
Rattoppate, ora, l’una e le altre trascinano una vuota esistenza
prive di quello scatto d’orgoglio che pure ha distinto uomini di altro tempo
quando i colori della bandiera, vividi e sentiti, erano
il verde della speranza, il bianco della giustizia, il rosso della memoria .


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)