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ambiente

Acma Milano – Regione Toscana

Paesaggio 2014:
Recupero terre abbandonate

Esperienze internazionali a confronto
azioni legislative


Il paesaggio risulta sempre più essere tema d'attualità. Non solo perché la Convenzione Europea del Paesaggio sottoscritta oltre dieci anni fa a Firenze ha innescato nel nostro Paese una serie di norme di tutela e valorizzazione da parte degli enti pubblici ma perché ha costretto le università e gli ordini professionali a programmare nuove figure, a rivedere la cultura progettuale. Eppure la cultura stessa di un paese che enumera una invidiata densità di beni culturali nel territorio e una lunga storia di normative a loro tutela risulta paralizzata, pietrificata, di fronte alla sfida della modernità, alla proposta dello sviluppo e della relativa infrastrutturazione del territorio che gli attuali processi di globalizzazione impongono. L’iniziativa comprende una serie di incontri aperti al pubblico con alcuni paesaggisti, docenti del Master in Architettura del Paesaggio UPC-ACMA, interpreti delle principali esperienze internazionali: momento di scambio e confronto su tematiche sempre più attuali, non solo per tecnici e professionisti del settore ma anche per la crescita di una consapevolezza diffusa nella società che necessariamente condivide il patrimonio comune del paesaggio.

Il calendario delle conferenze prevede:

27 marzo: Bart Brands - Hilversum
8 maggio: Roger Narboni - Parigi
5 giugno : Jean-Michel Landecy - Ginevra
11 settembre: Victor Ténez Ybern - Barcellona
9 ottobre: Michael Van Gessel - Amsterdam
23 ottobre: Anna Zahonero Xifré - Barcellona
Le conferenze si terranno alle ore 18.00 presso la Fondazione Falciola/Campus Rubattino, Via Caduti di Marcinelle 2 Milano - ingresso libero, sono aperte al pubblico.
Si richiede conferma di partecipazione via mail (acma@acmaweb.com)

   

Per quanto riguarda le terre abbandonate, problema connesso anche alla salvaguardia del paesaggio agricolo, la Toscana ha approvato la legge regionale “banca della terra” che delibera, con apposita proposta di regolamento, l’utilizzazione dei terreni che risultano “abbandonati” oppure “incolti”, ai fini di valorizzare il patrimonio agricolo-forestale, di proprietà pubblica e privata, favorendone l’accesso all’utilizzo soprattutto ai giovani agricoltori.

Oltre al censimento dei terreni “abbandonati” o “incolti”, il provvedimento prevede anche le procedure per la richiesta di assegnazione e di rimessa a coltura. Grazie a questo regolamento i comuni toscani, potranno verificare la presenza sul proprio territorio di terreni non più utilizzati che potranno tornare ad essere produttivi. L’iniziativa dunque è mettere a disposizione di chi vuole lavorare i terreni delle aziende agricole di proprietà pubblica (ma anche privata) che possono essere dati in affitto o in concessione ad imprenditori agricoli, e in particolare a giovani. Nella “banca” possono rientrare anche i terreni resi temporaneamente disponibili che saranno così messi nuovamente a coltura favorendo la sicurezza idraulica e idrogeologica dei territori.

Il progetto, che si avvale di un piano di sviluppo, cerca di rafforzare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali, promuovere la salvaguardia della biodiversità e la tutela del paesaggio; prevenire dissesti idrogeologici e difendere le zone e le popolazioni di montagna dalle calamità naturali. Si stima una presenza di oltre 300 mila ettari abbandonati di superficie agricola coltivabile.

   

Per Fabio Ciconte dell’associazione Terra onlus “se questa sperimentazione avrà successo sarà una boccata d’ossigeno per quanti si battono per le terre pubbliche, perché in qualche modo verrà riconosciuto il valore della terra come bene da tutelare e come opportunità di lavoro. Sarebbe bello se altre Regioni seguissero questa buona pratica”. Di certo, la spinta dal basso a intervenire contro l’abbandono delle terre comincia a raccogliere risultati. Secondo Carlo de Angelis di Agricoltura Capodarco l’iniziativa  sembra nel complesso positiva seppure c’è una sottovalutazione delle nuove esperienze, in particolare dei comitati di sviluppo locali e delle forme di gestione cooperativistica allargata all’associazionismo territoriale, così come alle esperienze di agricoltura sociale. Insomma il tema delle nuove politiche di welfare connesse all’agricoltura sembra  sia invisibile. Mentre per Giacomo Lepri della cooperativa agricola romana Coraggio – della quale il nostro giornale ha già settimane or sono messo in evidenza la laboriosità - “in Toscana si è mosso qualcosa: sono state trasferite le competenze di un ente ormai sterile come Arsia, fondendole con un ente pubblico economico agricolo ora trasformato in garante delle procedure assistenziali per l’avvio dei progetti (“Terre regionali toscane”), con l’obiettivo di controllarne gli sviluppi. Ma le buone intenzioni dovranno essere monitorate costantemente, soprattutto perchè il nuovo modello di impresa agricola dovrà guardare al rispetto ecologico. Affitti e concessioni su proprietà pubbliche e private devono dare corpo all’inserimento di soggetti finora esclusi dalla possibilità di fare agricoltura, bloccando definitivamente la vendita del patrimonio insieme al land grabbing. Il Lazio, ad esempio, attende una svolta decisiva in questa direzione…”.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)