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Ambiente

A seguito dei nuovi dati forniti dall’ ONU pubblicati nel numero precedente, pubblichiamo un contributo per una riflessione

Cambiamenti climatici:
Si No Cosi-cosi

di GianCarlo Salvoldi

Sul fatto che siamo davanti a cambiamenti climatici sembra esserci largo consenso. Al proposito si è detto tutto e il contrario di tutto con affermazioni molto nette a fronte di un quadro incerto e contraddittorio. Per di più abbondano i toni apocalittici conseguenti a schematismi  ideologici e al vezzo di buttarla in politica.

Una domanda importante  da porsi, per avere un approccio corretto al problema, è se quanto accade sia da attribuire alle attività umane o se dipenda da cicli epocali naturali. La maggior parte del mondo scientifico non si azzarda a prender posizione, mentre è solo una minoranza che lo attribuisce all'uomo. Vittorio Prodi, metereologo e Presidente della Commissione europea per le politiche sui cambiamenti climatici, sostiene che spesso essi vengono presi a pretesto dai governi per coprire loro limiti e manchevolezze. Mentre l'ONU torna a lanciare allarmi sul surriscaldamento del pianeta, negli USA si registrano temperature siberiane ( a Boston sotto i 50°), e sulle Alpi da diversi anni cadono molti metri di neve più di prima, e questi sono fatti verificabili e misurabili.

   

Alcuni esperti che prevedono l'aumento della temperatura, sostengono che da esso dipenderanno al tempo stesso le estati torride e gli inverni glaciali. Ma sulle previsioni bisogna andarci cauti perchè tutti ricordiamo che l'anno scorso a Roma è stata data l'allerta generale con mobilitazione di duemila uomini per l'esondazione del Tevere, e alla fine ha piovuto per un quarto d'ora. Si è fatta una previsione catastrofica totalmente sbagliata su un arco di tempo di sole 24 ore.

E allora vien da chiedersi quale credibilità abbiano previsioni proiettate nell'arco di anni o di decenni. Non ci dimentichiamo che Al Gore ha ricevuto il Nobel per studi sui cambiamenti climatici basati su dati dichiarati scientifici. Il primo assunto era che nel caso di probabile scioglimento della calotta polare artica per il surriscaldamento, si sarebbe verificato un innalzamento di sei metri delle acque del pianeta. Il secondo era che la metà dei ghiacci dell'Artide si sono già sciolti negli ultimi decenni. Accettando come veri questi dati, se ne deve dedurre, a rigor di logica, che le acque del pianeta si devono essere innalzate di tre metri. Invece possiamo constatare che nè Hong Kong nè New York nè San Pietroburgo nè la lagunare Venezia sono finite sotto tre metri di acqua. Mi sembra che questa grave contraddizione, divulgata acriticamente dai mass media di tutto il mondo, debba far riflettere molto su come viene proposta questa importantissima questione all'opinione pubblica spaventata.

A confortare le nostre perplessità è interessante il caso della Groenlandia ( dove "Groen" è come "green", e cioè "terra verde"), di cui la tv ha mostrato immagini di enormi quantità di ghiaccio che si sfaldano in mare.

   

Ebbene, se noi stiamo ancora ai fatti e non alle teorie, abbiamo l'evidenza storica che, solo negli ultimi due millenni, i ghiacci si sono allungati e ritirati da quelle coste per due volte: e questo è accaduto quando evidentemente non c'era ancora stata la rivoluzione industriale e non c'erano le automobili e non esistevano i termosifoni. Andiamoci piano allora a parlare, come taluni, di surriscaldamento da causa antropica o, come altri, di imminente nuova glaciazione.

Il pensiero "politicamente corretto", che è dominante, vuole che il surriscaldamento da causa antropica sia un dato certo ed assoluto: forse è meglio conservare legittimi dubbi, usare il buon senso ed assumerci comunque delle responsabilità, perchè oggi dei cambiamenti climatici sono in corso.

Allora ci si deve preoccupare di ridurne le conseguenze pericolose per l'uomo e per il Creato: papa Francesco richiama le persone e gli economisti e gli Stati a non fare scempio di un Creato di cui non siamo i padroni, ma che ci è stato dato in custodia, e che dobbiamo preservare per le generazioni future.


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)