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Parchi e Oasi dello Spirito

Sarteano

Abbazia di Spineta

Un tempo, era un luogo impervio,
quasi completamente coperto di rovi e "spinaie",
come si dice qui, all'estremo sud del territorio toscano;
e la peculiarità del luogo preminentemente boschivo
appare nell'antichissimo toponimo di Spineto,
o Spineta o degli Spineti, derivante dalla pianta Spinum

di Dante Fasciolo


   

L'abbazia risale al 1085 e rappresenta un esempio del monachesimo italiano e toscano. Il luogo è in posizione isolata ma strategica, che si estende tra Val di Chiana e Val d’Orcia.

La conformazione architettonica, indipendente e chiusa all'esterno, nonostante le trasformazioni subite attraverso i tempi, si erge tuttora imponente, isolata nel paesaggio incontaminato.

E' il periodo del monachesimo: monasteri e abbazie fioriscono dovunque nel Medioevo centrale, a fianco dei feudi nobili, si creano soprattutto in Toscana i feudi religiosi dipendenti dagli abati, fiorisce l'agricoltura e l'artigianato, si realizza così, nel periodo aureo del monachesimo, un modello di governo spirituale e civile: l'ordine Vallombrosano osservante la regola benedettina. La vita nel territorio di Spineto si svolge pacifica, dedita alle opere religiose, alle attività agricole; fuori i feudatari sono in continue lotte, più o meno cruente ed è fatale che in qualche modo anche l'abbazia ne risenta, dato anche il suo collegamento inevitabile con le vicende di Sarteano.

   

L'abbazia viene prima posta sotto la protezione di Orvieto (1120), poi passa sotto la tutela della Repubblica di Siena e la seguirà fino alla sua caduta e al suo inserimento nel Ducato Mediceo di Firenze.

Nonostante le precarie condizioni politiche, il periodo di massimo splendore economico dell'abbazia si realizza proprio nei secoli dal XII al XIV; nasce così la necessità della salvaguardia dei suoi beni, che viene affidata ad una guarnigione armata e all’edificazione di opere fortificatorie nel complesso architettonico monastico, in special modo nella chiesa che ne conserva traccia nelle postazioni per le balestre.

   

Anche durante i periodi di opulenza l’abbazia si mantiene aderente alla stretta regola benedettina: l’alta statura morale dei monaci li conduce infatti a essere eletti in qualità di investigatori e giudici nelle controversie civili.

Nel 1627 il Papa Urbano VIII toglie dall’ordine Vallombrosano l’Abbazia di Spineto per affidarla a quello Cistercense; in questa occasione il Papa dona alla chiesa di Spineto il prezioso piviale che tuttora vi è conservato.

L’Abbazia resterà sotto l’ordine cistercense fino alla sua soppressione nel 1783, da tale data l’Abbazia sopravvive come villa-fattoria gestita da conversi e la sua proprietà viene incamerata nel patrimonio dello Spedale degli Innocenti di Firenze.

      


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