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Alberi e animali

Il Platano

di Federica Fasciolo


   

Sicuramente il platano è tra gli alberi più conosciuti. Orna i viale delle città e i parchi che inonda di verde e di frescura.

...E come non credere che fosse stato piantato da Agamennone in Arcadia , quel platano sotto il quale passeggiavano e si riunivano i filosofi della Scuola di Atene...

Lo riferisce Plinio il Vecchio, il quale descrive Roma imperiale percorsa da maestosi viali di platani. I romani sapevano come l’albero provenisse dall’Asia, attraverso la Grecia e l’Albania; Plinio riteneva che fosse stato portato in Sicilia, dalla Calabria, per opera del tiranno Dionigi che lo aveva piantato nei giardini di Siracusa.

Più probabile apapre l’ipotesi che proprio la parte orientale dell’isola fosse l’unica zona dove il platano crescesse spontaneo lungo i fiumi, insieme ai salici e alle temerici.

Lo storico Eliano, scrivendo la storia della seconda spedizione dei persiani contro i greci, arriva ad attribuire la responsabilità della sconfitta dei persiani a un platano che con la sua maestosità affascinò Serse durante la marcia attraverso la Lidia…e la sosta di contemplazione fece si che arrivò in ritardo sul campo di battaglia.

Anche Caligola, in quel di Velletri, abitato poco distante da Roma, fu preso d’incanto da una gigantesco platano e volle festeggiarlo allestendo un pranzo fra i suoi ospitali rami.

Analogamente Licinio Mulciano, governatore della Licia, volle consumare il pranzo con altri convivi nella cavità di un tronco di platano: Era così grande – è sempre Plinio a raccontare – che pareva una gotta capace di accogliere 18 persone; il muschio e le foglie cadute formavano un morbito tappeto e quando pioveva era una gioia “vedere e sentire l’acqua stillare per gocce, di foglia in foglia e di ramo in ramo”.

   

Si comprende dunque come il platano sia un albero longevo. Nell’Orto botanico di Roma esiste un esemplare vecchio di quasi sei secoli (è molto che non vado…sarà ancora li?!), un altro si trova a Caprino Veronese dal 1370 le cui misure sono: tronco alto 25 metri, circonferenza 15 metri…potete ben immaginare come fu possibile nel 1937 nascondersi tra le foglie un’intera compagnia di bersaglieri.

Sul platino più antico conosciuto riferisce il botanico George L: Buffon, autore della monumentale Storia Naturale pubblicata a fine settecento. Si tratterebbe di un platano ancora vivo a Gortina nell’isola di Creta la cui particolarità – contraddicendo la prassi – non perde le foglie neppure d’inverno…e gli scenziati non vogliono rassegnarsi al fatto che quel platano secondo i poeti (udite udite) fu piantato da Zeus ben consapevole che le sue larghe foglie avrebbero tenute nascoste le sue scappatelle amorose.

C’è anche una controdeduzione, certo leggendaria, che vuole sia stato San Paolo, che ne conobbe il refrigerio, operare il miracolo per concedere sempre frescura ai pellegrini.

Bene, non perdiamo di vista altri dettagli. Le foglie di Platano sono profondamente lobate e mostrano in controsole tutte le loro trame; elegantemente esse volgono al basso in segno di riverenza soprattutto verso il frutto dell’albero che proteggono con maestosità.

   


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)