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Piccoli grandi musei italiani

"una cosa bella è una gioia per sempre" John Keats
Palazzo Mocenigo - Venezia

Museo del profumo

di Alessandro Gentili


È «attraverso il fumo» l’origine della parola «profumo», un concetto che rimanda all’idea di «essere accompagnati» dall’odore: perché, senza di esso, niente sarebbe del tutto conoscibile e ogni cosa resterebbe incompiuta.

Venezia, capostipite della tradizione profumiera, e non solo in Italia, dal 2 luglio 2013 dedica ai profumi un’esposizione permanente al piano nobile di Palazzo Mocenigo, già sede del Museo del costume veneziano: un progetto in cui sono stati investiti oltre 400 mila euro.

Per realizzare l’esposizione, Palazzo Mocenigo è stato sottoposto a un restyling: a Pier Luigi Pizzi è stato affidato il compito di attrezzare il piano nobile del Museo come una dimora settecentesca, con i preziosi tessuti di Rubelli.

Oltre a una prima parte storica, con una rara collezione di strumenti del ’500, il percorso offre una seconda area moderna e interattiva: con l’uso della multisensorialità e della didattica, ha lo scopo di far riscoprire questa millenaria vocazione di Venezia.

Il visitatore può seguire il funzionamento e la composizione della piramide olfattiva, e sperimentare essenze antiche, oggi non più diffuse; insieme al pubblico, talvolta, operano anche i «nasi celebri» dei maestri profumieri. Chiude il percorso la collezione dei Flaconi Storp, appartenuta ai proprietari della casa essenziera Drom, che partecipa al progetto. Particolarmente interessanti i “Segreti nobilissimi dell’arte profumatoria”, prezioso ricettario di Giovanventura Rosetti, pubblicato nel 1555; in mostra con oltre 300 formule per prodotti di bellezza, tra cui saponi profumati, acque odorifere per la casa e ciprie.

Il volume è sempre appartenuto, generazione dopo generazione, alla famiglia Vidal (quella del «Pino silvestre»), la cui società Mavive ha stretto un accordo con la Fondazione dei musei civici veneziani.

   

Fin dalle origini, gli scambi commerciali della Serenissima coinvolgono la cosmesi orientale e bizantina. Attraverso il sistema delle mude – carovane navali che periodicamente venivano organizzate per i trasporti delle merci tra Oriente e Occidente – Venezia diventa presto la capitale dei profumi: nuove sperimentazioni e nuove tecniche di produzione, come ad esempio quella di diluire le essenze oleose in acquavite per renderle vaporizzabili, conducono a un’evoluzione del mercato, tant’è che i profumi veneziani conquistano tutte le corti europee dell’epoca.

L’esposizione di Venezia è l’unica permanente interamente dedicata al profumo, ma dal 2012 qualcosa di simile si vede all’ultimo piano dei Musei Capitolini di Roma: nelle due sale dedicate alla glittica – la poco conosciuta ma affascinante arte di scolpire e intagliare gemme, cammei, piccoli ritratti in pietre dure – non è esposta solo la collezione della Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli (ceduta ai Capitolini in comodato per 10 anni); ad arricchire il percorso c’è anche l’aroma di vaghi profumi. L’aroma di Roma…verrebbe da dire...


Ti auguro la felicità di fare quello che fai nel migliore dei modi. Di correre il rischio di tentare, di correre il rischio di donare, di correre il rischio di amare (Pam Brown) - L’uomo rimane importante non pertchè lascia qualcosa di sé, ma perché agisce e gode, e induce gli altri ad agire e godere (Goethe) - Non saltando, ma a lenti passi si superano le montagne (San Gregorio Magno) - L’aquila vola sola, i corvi a schiera; lo sciocco ha bisogno di compagnia, il saggio di solitudine (Johann Ruckert) - non c’è gioia nel possesso di un bene se non viene condiviso (Seneca)