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Arte

Museo Fondazione Venanzo Crocetti – Roma

Vincenzo Vanin: Spazio/Tempo

è un percorso verso la gestualità e l’emozione
che conduce a un mondo interiore, quasi incontrollabile.


Movimenti tridimensionali proiettati verso uno spazio infinito di colori. “Spazio Tempo” è la mostra di opere di Vincenzo Vanin a Roma, al museo Venanzo Crocetti fino al 28 aprile. Il viaggio dell’artista veneto è un percorso verso la gestualità e l’emozione che conduce a un mondo interiore, quasi incontrollabile. Un’esplosione di energia trasmessa dalla sue opere che porta a creare un movimento tra spazio e tempo, creando forze dominanti, dense di corposità, di entità sconosciute che vengono proiettate verso l’infinito.

Vincenzo Vanin, nato a Quinto di Treviso, pittore e scultore, è docente di tecnica del mosaico da diversi anni in varie parti d’Italia e all’estero. Nel 1965 ha fondato a Toronto (Canada) lo studio Church Art Studio dando inizio a un percorso intenso di opere religiose e pubbliche con grandi mosaici naturali in varie chiese e scuole dell’Ontario. Ha frequentato nel 1975 l’Accademia delle Belle Arti di Venezia con il maestro Emilio Vedova: in questo periodo ha creato le due Pale d’Altare nella chiesa di Fagarè della Battaglia (Tv), il mosaico del Battistero e il lunotto della porta centrale nella chiesa di Roncadelle (Tv). La frequentazione e l’esperienza acquisita con Emilio Vedova ha suscitato in lui un immenso interesse per l’arte informale modificando radicalmente la concettualità di pensiero portandolo alla ricerca sulla spazialità dinamica e sulla gestualità. Con questa nuova interpretazione ha dato inizio a un lungo percorso di mostre e opere in varie parte del mondo: New York, San Francisco, Tokyo, Shanghai, Austria, Germania, Lussemburgo, Museo Zilina (Slovacchia), Praga, Scuderie del Quirinale (Roma), Museo Canova (Treviso), Museo Ca’ da Noal (Treviso), Villa Nazionale Pisani (Venezia). Attualmente ha un rapporto costruttivo con importanti artisti quali Alex Minarcic, Pierre Restany, Milan Mazur.

Ufficio Stampa:
Serena Fergola
s.fergola@libero.it



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